Nello stato dell’Indiana, negli Stati Uniti, una famiglia aveva intrapreso il percorso di adozione credendo di accogliere una piccola di 6 anni originaria dell’Ucraina.
Con il passare del tempo, tuttavia, iniziarono a emergere stranezze nel comportamento della ragazza, portando la situazione a degenerare in modo inaspettato.
Questa vicenda ha catturato l’attenzione dei media tanto da diventare il soggetto di un documentario.
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Michael Barnett e sua moglie Kristine avevano accolto Natalia Grace Barnett il 26 aprile 2010, pensando di aver aggiunto alla loro famiglia una bambina di sei anni. Questo caso ha ispirato servizi giornalistici e una serie su Investigation Discovery (ID), rivelando aspetti inquietanti della convivenza.
Michael e Kristine hanno raccontato nel documentario di aver vissuto momenti di terrore a causa di comportamenti violenti e manipolativi da parte di Natalia.
Quello che inizialmente sembrava un innocente atto di adozione si è trasformato in un incubo quando hanno scoperto che Natalia non era una bambina, ma una donna di 22 anni con una condizione di nanismo.
I Barnett, dopo aver notato comportamenti aggressivi e pericolosi, quali minacce con armi bianche e tentativi di avvelenamento, hanno indagato ulteriormente, scoprendo la vera età di Natalia.
Questa rivelazione li ha portati a richiedere un cambio di età legale per Natalia presso un tribunale nel 2012, portando alla luce accuse di violenza domestica e gravi problemi psicologici affrontati dalla famiglia.
La situazione è stata aggravata da episodi di minacce di morte verso i membri della famiglia e atti di violenza fisica. Di fronte a tali pericoli, la famiglia ha preso la difficile decisione di trasferirsi in Canada, lasciando Natalia in un appartamento in affitto in Indiana.
Nonostante il cambio di età legale, i Barnett sono stati accusati di abbandono, dato che Natalia, nonostante la sua età legale adulta, soffriva di una condizione fisica che la rendeva dipendente.
Questo caso ha sollevato questioni complesse sull’adozione internazionale, sulla salute mentale e sulla responsabilità legale, lasciando una traccia indelebile sia sulla famiglia Barnett sia sulla comunità a più ampio raggio.
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