La Casa Bianca ha declassificato migliaia di documenti relativi all’assassinio dell’ex presidente John F. Kennedy.
Gli archivi nazionali degli Stati Uniti hanno rilasciato più di 13.000 file, con altrettanti che rimangono parzialmente o completamente classificati almeno fino alla prossima estate per motivi di sicurezza, ha annunciato il presidente Joe Biden.
Kennedy fu ucciso durante una visita nello stato del Texas nel 1963.
I file rilasciati non includono rivelazioni sensazionali, ma sono preziosi dal punto di vista storico.
L’ordine è stato emesso dal presidente degli Stati Uniti Joe Biden, ma centinaia di documenti rimangono ancora riservati, ha riferito Reuters.
John F. Kennedy fu ucciso all’età di 46 anni durante una visita a Dallas il 22 novembre 1963. Nel corso degli anni sono sorte numerose cospirazioni attorno all’assassinio.
L’indagine sull’assassinio fu assegnata all’allora capo della giustizia degli Stati Uniti Earl Warren. Ha concluso che Lee Harvey Oswald, un ex marine e convinto comunista che viveva in URSS, ha agito da solo. Tuttavia, la successiva indagine è stata ampiamente criticata da accademici e storici nei quasi 60 anni dall’omicidio.
Migliaia di libri, articoli, documentari, dibattiti e film hanno spinto l’idea che l’assassinio di Kennedy fosse il risultato di una cospirazione dei servizi segreti statunitensi.
Tuttavia, non c’è una sola prova conclusiva che Oswald, ucciso dal proprietario del nightclub Jack Ruby solo due giorni dopo l’assassinio di Kennedy, stesse lavorando con qualcun altro.
Nel 1992, il Congresso degli Stati Uniti ha ordinato che tutti i restanti documenti riservati relativi alle indagini sulla morte di Kennedy fossero completamente aperti al pubblico. Viene fatta un’eccezione per quei documenti che sono stati ordinati dal Presidente degli Stati Uniti di rimanere classificati.
Nel 2017, l’allora presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha declassificato una serie di documenti, ma ha deciso di declassificare gradualmente i materiali rimanenti.
