L’ansia da prestazione, le notti insonni passate sui libri, la paura della fatidica “scena muta”. Chi non ha mai provato quella stretta allo stomaco prima di un esame importante? In un mondo dominato dalla logica e dalla preparazione, c’è un universo parallelo, fatto di piccoli gesti scaramantici e tradizioni consolidate, a cui gli studenti di tutto il mondo si affidano per ingraziarsi la dea bendata. Un mix affascinante di folklore, psicologia e speranza che trasforma le aule e i corridoi in veri e propri teatri di rituali propiziatori.

Ma da dove nasce questo bisogno di affidarsi a un amuleto o a un rito particolare? E quali sono le usanze più strane e diffuse tra i banchi di scuola, in Italia e nel resto del mondo? Scopriamolo insieme in questo viaggio tra le superstizioni studentesche più affascinanti.
Maturità all’italiana: 100 giorni, penne sacre e notti prima degli esami
In Italia, l’esame di Stato per eccellenza, la Maturità, è un vero e proprio catalizzatore di riti scaramantici. La tradizione più celebre è senza dubbio quella dei “100 giorni”: a circa tre mesi dalla prima prova, i maturandi di tutta la penisola celebrano questo conto alla rovescia con feste, cene e, soprattutto, rituali collettivi. Si va dal classico pellegrinaggio al santuario più vicino (come quello di San Gabriele dell’Addolorata in Abruzzo) per la benedizione delle penne che verranno usate durante le prove scritte, fino a gesti più goliardici come scrivere il voto desiderato sulla sabbia, sperando che le onde non lo cancellino prima del tempo.
Ma non finisce qui. Molti studenti confessano di:
- Indossare lo stesso indumento (una maglietta, un braccialetto, persino un paio di calzini) a ogni prova, convinti che abbia già “assorbito” energia positiva in passato.
- Utilizzare una penna specifica, magari regalata da una persona cara o “benedetta” in qualche modo.
- Sedersi sempre nello stesso banco, considerato più fortunato di altri.
- Evitare di incrociare lo sguardo con un determinato professore prima dell’inizio dell’esame.
Queste abitudini, tramandate di generazione in generazione, offrono un appiglio psicologico fondamentale per affrontare un momento di grande stress.
Un giro del mondo tra banchi e scaramanzie
Se pensate che solo gli studenti italiani siano superstiziosi, vi sbagliate di grosso. Ogni cultura ha sviluppato i propri, unici e talvolta bizzarri, riti per affrontare le sfide accademiche.
Giappone: Kit Kat e templi della saggezza Nel Paese del Sol Levante, la parola d’ordine è… cioccolato! Ma non uno qualsiasi. Gli studenti giapponesi sono soliti acquistare barrette di Kit Kat prima di un esame. Il motivo? La pronuncia del nome del celebre snack è molto simile all’espressione “kitto katsu” (きっと勝つ), che significa “vincerai di sicuro”. Un augurio goloso da tenere in tasca. Un’altra usanza molto sentita è quella di recarsi ai templi shintoisti, come il Tenmangu di Fukuoka, per scrivere le proprie preghiere e speranze su tavolette di legno chiamate ema e appenderle affinché gli dei della saggezza le leggano.
Corea del Sud: il potere del cibo appiccicoso In Corea del Sud, l’esame di ammissione all’università (il temuto Suneung) è un evento nazionale. Per l’occasione, è tradizione regalare agli studenti il yeot, un dolce tradizionale a base di riso glutinoso, molto appiccicoso. La credenza vuole che, mangiandolo, la conoscenza “si attacchi” alla mente e non voli via. Al contrario, è assolutamente vietato mangiare la zuppa di alghe (miyeok-guk), perché la sua consistenza scivolosa è associata al “fallire” o “scivolare” all’esame.
Russia: gridare alla finestra e monete nelle scarpe Gli studenti russi hanno un approccio decisamente più… rumoroso. La notte prima di un esame, è comune che si affaccino alla finestra e gridino a squarciagola “Khalyava, pridi!” (“Fortuna, vieni a me!”), sventolando il loro libretto universitario. Un altro rito consiste nell’infilare una moneta da cinque rubli nella scarpa sinistra prima di uscire di casa il giorno della prova, per assicurarsi un buon voto.
La psicologia dietro il rito: perché ci affidiamo alla fortuna?
Al di là del folklore, queste tradizioni hanno una solida base psicologica. In situazioni di forte stress e incertezza, come un esame, i rituali scaramantici forniscono un’illusione di controllo. Compiere un gesto che in passato ha (casualmente) coinciso con un successo, come indossare una “maglietta fortunata”, aiuta a ridurre l’ansia e a rafforzare la fiducia in se stessi.
Secondo gli psicologi, questi comportamenti agiscono come un placebo: se crediamo che qualcosa ci aiuterà, è più probabile che affrontiamo la sfida con uno stato d’animo più positivo e performante. Non è la penna benedetta a superare l’esame, ma la sicurezza che infonde in chi la utilizza.
E tu, hai un rito portafortuna?
Dai ciondoli ereditati dalla nonna alle playlist musicali ascoltate in loop prima di un’interrogazione, ogni studente ha il suo piccolo segreto per sentirsi più sicuro. Questi rituali, per quanto irrazionali possano sembrare, sono una parte integrante e affascinante dell’esperienza scolastica, un modo per creare legami, condividere speranze e, perché no, strappare un sorriso prima della grande prova.
Ora siamo curiosi: qual è il tuo rito scaramantico inconfessabile? Hai mai provato una di queste tradizioni? Raccontacelo nei commenti!
Link di riferimento:
- Skuola.net – Riti scaramantici per la Maturità
- Tgcom24 – Tradizioni da primo giorno di scuola
- HIKOCO – Korean Exam Superstitions
- Kids Web Japan – Good Luck Charms
Curiosa per natura e appassionata di tutto ciò che è nuovo, Angela Gemito naviga tra le ultime notizie, le tendenze tecnologiche e le curiosità più affascinanti per offrirtele su questo sito. Preparati a scoprire il mondo con occhi nuovi, un articolo alla volta!