Una foto, una frase breve e un’ondata di interpretazioni. Un recente post di Donald Trump, che lo ritrae con le mani alzate su uno sfondo che evoca un mappamondo, ha riacceso il dibattito sul suo stile comunicativo. La didascalia, “Il mondo capirà presto. Niente può fermare ciò che sta arrivando”, è un messaggio tanto conciso quanto potente, che merita un’analisi approfondita.

Decodificare lo slogan: tra retorica e messianismo
La frase “Niente può fermare ciò che sta arrivando” non è nuova nel lessico trumpiano. Si tratta di uno slogan che ha radici profonde e legami diretti con il movimento cospirazionista QAnon. Secondo l’Anti-Defamation League (ADL), questa espressione è uno dei motti principali del gruppo e allude a un’imminente resa dei conti, “La Tempesta” (The Storm), in cui i presunti nemici di Trump verranno smascherati e perseguiti.
L’uso di questa specifica frase non è quindi casuale. Fa leva su un immaginario preciso, coltivato per anni all’interno di una specifica sottocultura politica. Per i suoi sostenitori, questo linguaggio non è vago, ma un chiaro segnale di forza e determinazione, la promessa di un cambiamento radicale e inevitabile. La retorica di Trump, come analizzato da diversi esperti di comunicazione politica, tende a creare un legame diretto e quasi fideistico con la sua base, utilizzando un linguaggio semplice, ripetitivo e carico di sottintesi che rafforzano il senso di appartenenza.
L’iconografia del potere e il ruolo dell’immagine
Al di là delle parole, l’immagine scelta per il post è un elemento cruciale della comunicazione. La postura di Trump, con le mani alzate, può essere interpretata in vari modi: un gesto di vittoria, di resa o persino una posa a con valenza quasi religiosa. Sovrapposta a un mappamondo, la figura dell’ex presidente assume una dimensione globale, proiettandosi come un leader di portata mondiale, quasi messianica.
Questa strategia visiva è coerente con altre immagini e video che Trump ha condiviso in passato sui suoi canali social, come Truth Social. Spesso si tratta di contenuti generati da sostenitori che lo ritraggono in vesti eroiche o salvifiche. Come ha osservato un’analisi della testata The Guardian, la campagna di Trump ha spesso fatto “un uso massiccio di immagini religiose”, arrivando a paragonarlo a una figura scelta da Dio per “salvare la nazione”. L’immagine diventa così un veicolo per affermare autorità e inevitabilità, concetti chiave del suo messaggio politico.
Questi post enigmatici, dunque, non sono semplici boutade, ma pezzi di una strategia comunicativa ben definita. Sfruttano l’ambiguità per generare discussione e rafforzano la narrazione di un leader che si sente investito di una missione inarrestabile.
Per approfondire le dinamiche della comunicazione politica e l’impatto dei movimenti come QAnon, si consiglia la consultazione di fonti autorevoli.
Link per approfondire:
- Anti-Defamation League (ADL) – Analisi su QAnon
- Pew Research Center – Studi sulla comunicazione politica
Curiosa per natura e appassionata di tutto ciò che è nuovo, Angela Gemito naviga tra le ultime notizie, le tendenze tecnologiche e le curiosità più affascinanti per offrirtele su questo sito. Preparati a scoprire il mondo con occhi nuovi, un articolo alla volta!