Tumore al seno, nuovo potente farmaco per il carcinoma metastatico

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Il tumore del seno, detto anche carcinoma mammario, è una formazione di tessuto costituito da cellule che crescono in modo incontrollato e anomalo all’interno della ghiandola mammaria. La neoplasia in stadio iniziale si riferisce al cancro confinato nel tessuto adiposo del seno.

Il tumore al seno è una malattia potenzialmente grave se non è individuata e curata per tempo: il tumore infatti si può in seguito diffondere nelle immediate vicinanze (Stadio 2), estendere ai tessuti sottostanti della parete toracica (Stadio 3) e quindi ad altre parti del corpo (Stadio 4, tumore al seno metastatico o avanzato).

Le cellule tumorali si “sganciano” dai sistemi di controllo dell’organismo. Per questo, oltre a crescere in maniera incontrollata e a diventare insensibili ai meccanismi di morte programmata delle cellule (la cosiddetta apoptosi), possono avere la capacità di staccarsi dalla massa tumorale ed andare a stabilirsi in altri organi e tessuti, anche molto lontani da quelli di origine. Le cellule che daranno origine a metastasi possono viaggiare attraverso il sangue, perché si infiltrano nei vasi sanguigni, oppure nella linfa, un fluido che circola nel corpo e passa attraverso particolari “stazioni”, chiamate linfonodi. Infine, le cellule tumorali possono “svilupparsi” negli organi vicini alla mammella per semplice contiguità.

I sintomi del tumore alla mammella avanzato dipendono dalle dimensioni della massa tumorale e dalla sede delle metastasi. Non sempre, peraltro, questa condizione clinica provoca sintomi chiari: alcune donne con tumori avanzati non hanno alcun disturbo e le metastasi vengono individuate nel corso di un esame radiografico o altri controlli di routine.

Capire le caratteristiche del tumore è importantissimo oggi per il medico: grazie a queste informazioni, infatti, si può mettere a punto la giusta terapia per ogni paziente. Per questo è fondamentale conoscere il tipo e le caratteristiche del tumore, poiché permette allo specialista di individuare in anticipo i trattamenti a cui la paziente può rispondere in maniera ottimale.

Tumore al seno, nuovo potente farmaco per il carcinoma metastatico

Tumore al seno, nuovo potente farmaco per il carcinoma metastatico

Le terapie di prima linea che vengono utilizzate, ovvero la radio e la chemioterapia, sono efficaci ma tuttavia non sono esenti da effetti collaterali. Uno degli obiettivi da parte della ricerca è quindi quello di riuscire a sviluppare dei trattamenti che oltre che a curare le patologia tumorali, non vadano a compromettere o a diminuire la qualità di vita dei pazienti.

Proprio grazie ai progressi della scienza, numerosi farmaci innovativi approvati negli ultimi anni stanno progressivamente rendendo il tumore mammario metastatico una malattia ‘cronica’ con la quale le pazienti convivono sempre più a lungo e con una discreta qualità di vita.

Palbociclib – sviluppato da Pfizer –  è il primo di una nuova classe di prodotti a bersaglio molecolare, gli inibitori delle chinasi ciclina-dipendenti 4 e 6 (CDK 4/6), due proteine implicate nella regolazione e progressione del ciclo cellulare.

Gli studi clinici ne hanno dimostrato l’efficacia per il trattamento del carcinoma mammario localmente avanzato o metastatico positivo ai recettori ormonali (HR) e negativo al recettore del fattore di crescita epidermico umano 2 (HER2) in associazione ad un inibitore dell’aromatasi e in associazione a fulvestrant in donne che hanno ricevuto una terapia endocrina precedente.

Palbociclib è indicato quindi sia per le pazienti metastatiche che non hanno ancora ricevuto nessuna terapia, sia per quelle con tumore metastatico ormono-sensibile che possono aver ricevuto altre cure perché una delle caratteristiche di questo tipo di tumore è che sa come organizzarsi per rendere inoffensive le terapie e quindi è necessario cambiare continuamente farmaco.

Ricordiamo che il tumore metastatico al seno in Italia colpisce circa 30.000 donne. In genere sono per il 90% in menopausa ed hanno un’età media alla diagnosi di 63 anni anche se il numero di tumori in donne giovani ed in premenopausa è in incremento.

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