Vaccini, in Veneto oltre 50 mila bambini senza vaccinazione

VEB

Se gli esperti, finora, hanno celebrato i successi dell’obbligo vaccinale, sottolineando come la copertura vaccinale in media abbia superato il 95% dei bambini interessati, nella realtà ci sono ancora molte zone dello stivale dove i numeri sono ancora poco rosei.

Tra questi spicca il Veneto, ed in particolare la provincia di Vicenza.

Dati alla mano, report aggiornato ad inizio febbraio 2018, tra i bambini obbligati alla copertura vaccinale come previsto dalla legge nazionale, cioè nati tra l’1 gennaio 2012 e il 31 dicembre 2016, le situazioni irregolari nell’Ovest Vicentino sono ancora molte, troppe. Soprattutto in alcuni comuni come Brendola, che spicca per la percentuale più alta, 13.02% di bambini non vaccinati, seguito da Crespadoro, 12.5%, da Brogliano e Castelgomberto, 11.5% e da Trissino, 11.25%.

La preoccupazione è alta, anche perché non ci saranno proroghe, come ha ripetuto il ministro della Salute e i responsabili locali.

“Alle famiglie che non sono in regola con i vaccini attenzione: dal 10 marzo i bambini di asili nido e scuole materne rischiano di restare a casa”, spiega Martino Montagna, presidente del comitato Distretto Ovest dell’Ulss 8 Berica, ex Ulss 5, sindaco di Cornedo, interprete delle preoccupazioni dei 22 comuni dell’area Ovest Vicentino.

Più in generale, si scopre che in Veneto risultano ancora inadempienti 50mila studenti inclusi nella fascia d’età interessata, su un totale di 571.463 (dati Regione e Ufficio scolastico regionale). In particolare 21mila risultano non aver assunto nessuno dei vaccini indicati (agli altri 29mila mancano ancora delle dosi, tra 2 e 5, non hanno insomma completato il ciclo), mentre 8800 sono i bambini tra 0 e 6 anni (su un numero complessivo di 123.901).

Vaccini, in Veneto oltre 50 mila bambini senza vaccinazione

Vaccini, in Veneto oltre 50 mila bambini senza vaccinazione

Per questi ultimi la situazione è più critica, perché se non in regola oltre a dover pagare una sanzione fino a 500 euro, come gli allievi di elementari, medie e biennio delle superiori, saranno costretti a interrompere a metà anno scolastico la frequenza al Nido o alla materna.

Dal 19 settembre, data della prima ricognizione della Regione che indicava in 77mila il totale dei ragazzini non a posto con le vaccinazioni tra zero e 16 anni (di cui 28.500 tra 0 e 6 anni), si è riusciti a metterne in regola solo un terzo, 27mila. Circa l’8%, sia del totale sia degli 8800 in età da asilo, resta scoperto.

«E’ una percentuale alta – avverte Giuseppe Giancola, segretario padovano della Fimp (pediatri) – perché va sommata al 4%-5% dei bambini che pur immunizzati non rispondono al vaccino, quindi è come se fossero scoperti. Per garantire l’effetto gregge, cioè la tutela loro e dei piccoli che a causa di gravi motivi di salute non possono essere vaccinati, bisogna arrivare a una copertura del 92%-95%, in ogni classe e in generale. Ora, stando agli ultimi dati e aggiungendoci i bimbi che non rispondono ai sieri, nella fascia d’età 0-6 anni siamo a quota 85%-86%».

Ad oggi, chi ha in mano una prenotazione del servizio vaccinale successiva al 10 marzo potrà continuare a mandare i figli all’asilo o alla scuola materna. Chi invece non ha nemmeno quella, ed ha già usufruito della proroga concessa tramite l’autocertificazione di settembre, evidentemente si pone al di fuori della legge.

È il caso di alcuni genitori di un istituto comprensivo della Provincia di Cuneo che – come riporta la Stampa – si sono trovati già le porte chiuse. Si tratta di quattro bambini che non sono stati vaccinati. Ce ne sarebbe stato un quinto che però la scorsa settimana è stato portato all’ASL e quindi risulterebbe ora in regola.

Stando a quanto si legge le famiglie in questioni non sono “esitanti” ma veri e propri free-vax (o no-vax).

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