Gli U2 incantano l’Olimpico tornando indietro di 30 anni

VEB

Stasera la magia si ripeterà, con un’imperdibile seconda tappa sempre nella medesima location, ma già quello di ieri sera è stato uno spettacolo capace di entusiasmare i tantissimi accorsi.

L’urlo di Bono dal palco dello Stadio Olimpico all’inizio della prima delle due date romane degli U2, le uniche previste in Italia per i festeggiamenti dei 30 anni dall’uscita di The Joshua Tree, racchiude un pensiero comune ai migliaia presenti: “La più bella notte di sempre”.

“Siete fantastici, siete una famiglia”, ringrazia in italiano i 58 mila presenti il cantante e in italiano proverà a esprimersi più volte durante la serata.

Gli U2 sono entrati sul palco insieme e sono andati avanti sulla pedana, sulle note di “Sunday Bloody Sunday”. In mezzo al loro pubblico. E da lì hanno poi suonato il capitolo che precede “The Joshua Tree”. Tutte d’un fiato anche “New Year’s Day”, “Bad” e “Pride (In the name of love)”.

I visual di Anton Corbijn lasciano scorrere le immagini delle strade in mezzo al deserto del Nevada mentre la band esegue una tagliente “Where the streets have no name”. Poi “I still haven’t found what I’m looking for” con The Edge e Adam Clayton in maglietta bianca che sembrano due angeli protettori al fianco di Bono.

L’esecuzione integrale dell’album è estremamente toccante: solo “Red hill mining town” sembra un po’ incerta, eseguita nella versione con fiati della recente edizione espansa di “The Joshua tree”, ma sentire brani come “In god’s country”, “One tree hill” ed “Exit” è una manna per i fan, che hanno certamente apprezzato anche qualche piccola variazione negli arrangiamenti.

“Siamo dei dilettanti su queste canzoni, alcune le abbiamo suonate poco o mai, ma raccontano il presente, come sta cambiando il paesaggio, e come ti può cambiare”, dice Bono prima di “In god’s country”.

Anche i 58mila vogliono stupire: sugli spalti, durante With or without you appaiono migliaia di fogli colorati a comporre la scritta “30” e la sagoma del Joshua Tree, l’albero del deserto californiano che ha dato il nome al disco uscito nel 1987.

Non mancano, soprattutto nei numerosi bis, anche richiami ai diritti civili, democrazia negata, cambiamenti climatici, migrazioni e l’omaggio alle donne con una sfilata di foto di figure femminili da Rosa Parks a Patti Smith, affiancate ad Angela Merkel e Christine Lagarde.

La chiusura è ovviamente con “One”, preceduta da un lungo discorso di Bono, e con “The little things that give you away”: “Il nuovo disco è praticamente pronto, arriverà presto”, dice Bono.

Ricordiamo che in tutta Europa la band ha venduto 2,4 milioni di biglietti. Una bella soddisfazione per gli U2, attivi dal 1976: il gruppo è composto da Paul David Hewson, in arte Bono, David Howell Evans in arte The Edge, Adam Clayton e Larry Mullen Jr.

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