Tra i cinque sensi, l’udito è forse il più importante per entrare in contatto con il mondo. L’udito è anche il primo senso che si sviluppa nel feto. Il suono del nostro mondo e la comunicazione con gli altri consentono di stabilire una relazione più stretta rispetto a quanto sia possibile con la sola vista.
Le orecchie captano i suoni, li trasformano in impulsi elettrici e li inviano al cervello dove vengono interpretati acquistando così un significato.
È frustrante, quindi, perdere la capacità di sentire abbastanza bene per godere di una serata in compagnia di amici o familiari, ma purtroppo i disturbi o addirittura la perdita dell’udito sono problemi che diventano sempre più frequenti.
L’ipoacusia è una diminuzione della capacità uditiva conseguente a un danno di una o più parti del sistema uditivo. Ad esclusione dei casi di sordità improvvisa o traumatica, la perdita uditiva è un processo lento e progressivo, così come avviene per la miopia, che interessa il 10% della popolazione mondiale e circa 7 milioni di persone solo in Italia.
Si ritiene che l’ereditarietà e l’esposizione cronica a rumori forti siano i principali fattori che contribuiscono alla perdita di udito nel corso del tempo. Altri fattori, come la presenza di un tappo di cerume o di corpi estranei nel condotto uditivo, possono impedire la normale percezione dei suoni.
Udito, la giornata mondiale per sensibilizzare sui rischi
L’invecchiamento rappresenta la principale causa della compromissione dell’udito. Questa condizione è conosciuta come presbiacusia. Alcune persone iniziano a perdere gradualmente l’udito a partire dai 30-40 anni ed il disturbo si accentua con l’avanzare dell’età. La maggior parte dei soggetti, al raggiungimento degli 80 anni, presenta significativi problemi all’udito.
Ma non è solo un problema per gli anziani: il 75 per cento degli italiani ascolta i propri dispositivi mobili oltre il livello degli avvisi di volume, rischiando seriamente.
In particolare i giovani, che rischiano così una perdita uditiva permanente. Il 95 per cento dei giovani tra i 18 e i 24 anni sostiene di ignorare gli avvisi di volume dei dispositivi mobili pur di ascoltare l’audio a un’intensità superiore ai livelli di guardia. Questi alcuni dei risultati del rapporto State of Hearing – promosso da Cochlear, leader mondiale nelle soluzioni acustiche impiantabili.
L’indagine, realizzata con l’obiettivo di comprendere meglio l’atteggiamento e le abitudini delle persone rispetto al proprio udito, ha evidenziato una serie di comportamenti a rischio degli italiani, che potrebbero aumentare il numero delle persone affette da perdita uditiva. Nei bambini, si potrebbero verificare problematiche relative allo sviluppo psico-motorio, mentre negli adulti il rischio riguarderebbe un declino cognitivo precoce talvolta associato a demenza.
Per sensibilizzare su questa importante tematica, domani, sabato 3 marzo, ricorre il terzo World Hearing Day, la Giornata Mondiale dedicata alla cura dell’udito, promossa ogni anno dall’Oms – Organizzazione Mondiale della Sanità e dal Ministero della Salute. Il tema del 2018 è tutto proiettato al domani: “Hear the Future” è lo slogan lanciato dall’OMS per accendere i riflettori sul fatto che un numero sempre crescente di persone accusi problemi di udito.