La farina di grillo è ufficialmente un “novel food” approvato nell’Unione Europea, ma cosa significa questo per i consumatori? Tra disinformazione e curiosità, è fondamentale capire cosa prevede la normativa europea, quali sono le regole per l’etichettatura e perché questo ingrediente sta facendo tanto discutere. La normativa UE sulla farina di grillo è pensata per garantire trasparenza e sicurezza, offrendo al contempo nuove alternative alimentari sostenibili.

L’Autorizzazione Europea: Un Percorso Rigoroso
L’introduzione della farina di grillo (polvere di Acheta domesticus) nel mercato alimentare europeo non è stata improvvisa. È il risultato di un’attenta valutazione scientifica da parte dell’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare (EFSA), che ha dato il suo parere favorevole.
A seguito di ciò, la Commissione Europea ha emanato specifici regolamenti per autorizzarne la commercializzazione. I due atti principali sono:
- Come Usare la Farina di Grillo in Cucina
- Farina di grillo: dove comprarla in Italia
- Farina di Grillo: Opinioni a Confronto tra Scienza e Polemica
- Regolamento di Esecuzione (UE) 2022/188 del 10 febbraio 2022: Ha autorizzato l’immissione sul mercato del grillo domestico in forma congelata, essiccata e in polvere.
- Regolamento di Esecuzione (UE) 2023/5 del 3 gennaio 2023: Ha specificamente autorizzato l’immissione in commercio della polvere parzialmente sgrassata di Acheta domesticus.
Questi regolamenti si inseriscono nella più ampia legislazione sui Novel Foods (Regolamento UE 2015/2283), che disciplina tutti i “nuovi alimenti” non consumati in modo significativo in Europa prima del 15 maggio 1997. L’obiettivo è garantire che ogni nuovo alimento sia sicuro per i consumatori e correttamente etichettato.
Etichettatura Chiara e Scaffali Separati: Le Regole per la Trasparenza
Una delle maggiori preoccupazioni dei consumatori è la possibilità di consumare farina di grillo senza saperlo. La normativa europea, rafforzata da decreti italiani, è molto chiara su questo punto per evitare ogni ambiguità.
L’etichetta dei prodotti contenenti farina di grillo deve obbligatoriamente riportare:
- La denominazione esatta dell’ingrediente: “Polvere parzialmente sgrassata di Acheta domesticus (grillo domestico)”.
- Una chiara avvertenza sulle possibili reazioni allergiche per i consumatori con allergie note ai crostacei, ai molluschi e agli acari della polvere. L’EFSA, nel suo parere scientifico, ha infatti sottolineato che “il consumo di questo nuovo alimento può provocare una sensibilizzazione primaria e reazioni allergiche”.
- Il paese di origine dell’ingrediente.
In Italia, inoltre, quattro decreti ministeriali firmati il 29 dicembre 2023 hanno introdotto una misura aggiuntiva per una maggiore trasparenza: i prodotti che contengono farine di insetti devono essere posti in vendita in comparti separati, segnalati da un’apposita cartellonistica. Questo rende impossibile trovarli mescolati con prodotti tradizionali.
Perché la Farina di Grillo? Sostenibilità e Valori Nutrizionali
L’interesse per la farina di grillo non è casuale. È spinto da due fattori principali: il profilo nutrizionale e la sostenibilità ambientale.
Dal punto di vista nutrizionale, la farina di grillo è una fonte eccellente di proteine. Contiene in media oltre il 60-65% di proteine ad alto valore biologico, complete di tutti gli amminoacidi essenziali. È anche ricca di fibre, ferro, calcio e vitamina B12.
Il vantaggio ambientale è ancora più marcato. Secondo dati della FAO (Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura), l’allevamento di grilli è molto più efficiente di quello bovino:
- Efficienza di conversione: I grilli possono convertire 2 kg di cibo in 1 kg di massa corporea, mentre un bovino necessita di 8 kg di cibo per produrre lo stesso aumento di peso.
- Consumo di acqua: Per produrre 1 kg di proteine, i grilli richiedono una quantità d’acqua drasticamente inferiore rispetto ai bovini.
- Emissioni di gas serra: Gli allevamenti di grilli producono una frazione minima dei gas serra (meno dello 0.1%) emessi dagli allevamenti di bovini.
Come ha dichiarato l’EFSA, la valutazione sulla sicurezza di questi nuovi alimenti è un passo “necessario per la regolamentazione”, poiché la consulenza scientifica supporta i legislatori nel prendere decisioni informate per il mercato europeo. L’introduzione dei grilli e di altri insetti nella dieta è vista come una soluzione per nutrire una popolazione globale in crescita in modo più sostenibile.
Domande Frequenti (FAQ)
Posso trovare farina di grillo nei prodotti senza che sia indicato in etichetta?
No, è impossibile. La normativa europea e quella italiana impongono l’obbligo di indicare chiaramente in etichetta la presenza di “Polvere di Acheta domesticus (grillo domestico)” nell’elenco degli ingredienti. In Italia, i prodotti devono anche essere esposti su scaffali separati e segnalati.
La farina di grillo è sicura per tutti?
La farina di grillo è considerata sicura dall’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare (EFSA). Tuttavia, può causare reazioni allergiche in persone già allergiche a crostacei, molluschi e acari della polvere. Questa avvertenza deve essere sempre presente sull’etichetta del prodotto.
Perché l’UE ha autorizzato l’uso di insetti come alimento?
L’autorizzazione risponde alla necessità di trovare fonti proteiche alternative e più sostenibili per l’ambiente rispetto agli allevamenti tradizionali. Gli insetti, come i grilli, richiedono meno risorse (acqua, suolo, mangimi) e producono molte meno emissioni, contribuendo alla sicurezza alimentare futura.
Quali tipi di prodotti possono contenere farina di grillo?
La normativa autorizza l’uso della polvere di grillo in una varietà di prodotti alimentari, tra cui pane, panini multicereali, cracker, grissini, barrette ai cereali, pasta, pizza, sostituti della carne e premiscele secche per prodotti da forno, sempre nel rispetto dei limiti quantitativi massimi stabiliti.
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