Vaccini e autismo, nessuna correlazione per la procura di Trani

VEB

Nella sua definizione più comune, il vaccino è un preparato che viene generalmente somministrato per garantire l’immunità da una certa malattia. L’effetto immunizzante viene ottenuto dalla stimolazione, nel paziente al quale viene somministrato, alla produzione di specifici anticorpi capaci di combattere una data patologia.

Se per decenni la stragrande maggioranza dei genitori si è fidata della scienza e ha vaccinato i propri figli senza fare troppe domande, e questo ha portato a debellare, quasi completamente, un gran numero di patologie mortali sono pochi anni prima, nell’ultimo periodo c’è stata un’inversione di rotta che sta allarmando persino l’Organizzazione mondiale della Sanità.

Addirittura oggi si è arrivato a coniare il termine antivaccinismo per indicare la posizione di coloro che sono contrari alla somministrazione dei vaccini, assumendo in tal modo una posizione contraria all’indirizzo consolidato nella comunità scientifica che invece ne sottolinea l’assoluta efficacia e sicurezza..

Le motivazioni dei primi contrari alla vaccinazione, nei primi anni, furono di carattere ideologico (essa implicava di fatto l’inserimento di materia “animale” nel corpo umano) e di carattere religioso: entravano in gioco, infatti, la concezione del male, della predestinazione e del diritto di opporsi alla natura. Tali convinzioni permanevano nonostante la percentuali di morti di vaiolo variassero tra il 30 e il 40% contro il 3% di coloro che venivano vaccinati, evidenziandone gli indubbi vantaggi.

Tra le cause dell’antivaccinimo vi sono anche: l’errata convinzione, da parte di alcuni individui, dell’avvenuta scomparsa delle malattie, che renderebbe inutile la vaccinazioneo la mancanza di consapevolezza riguardo alla pericolosità delle malattie oggetto di prevenzione tramite vaccini.

Vaccini e autismo nessuna correlazione per la procura di Trani

Molte tesi sostenute dagli antivaccinisti si basano anche su teorie del complotto o si alimentano con la circolazione di fake news e bufale.

Negli scorsi mesi ha tenuto banco l’inchiesta sul presunto legame tra vaccinazione trivalente (anti morbillo, parotite e rosolia) e autismo, nato da una delle più grandi frodi scientifiche dell’ultimo secolo e mai provato da ricerche e studi scientifici.

Naturalmente il risultato era quello scontato e atteso: secondo il giudice per le indagini preliminari, Francesco Messina, durante il lavoro d’inchiesta non sono emersi elementi sui quali si potessero fondare ipotesi di reato.

L’inchiesta era partita nel 2014 dalla denuncia di due genitori tranesi che sospettavano una correlazione tra l’autismo dei loro due bambini e il vaccino trivalente contro morbillo, parotite e rosolia (il cosiddetto mpr).

Il pm Michele Ruggiero aveva ipotizzato il reato di lesioni personali gravissime a carico di ignoti e nominato una commissione di esperti (formata dal dirigente dell’Iss Giovanni Rezza, dalla neurologa Francesca Romana Fusco, dal cardiologo Aldo Ferrara e dal medico no vax Roberto Gava) che ha visitato i due bambini.

Dopo accurate indagini, la commissione medica della Procura è giunta alla conclusione della “non esistenza di elementi che possano avvalorare la relazione causale” tra vaccini pediatrici e autismo.

È stato inoltre messo in evidenza che la malattia, da un punto di vista statistico insorge in maniera identica tra chi si sottopone al vaccino e tra chi lo evita. Il gip ha ritenuto le conclusioni della commissione «chiare e, nel loro rigore scientifico, non confutate da alcuna seria prospettazione contraria».

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