Smog, veramente fa aumentare anche i crimini?

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Lo smog è una forma di inquinamento atmosferico che colpisce, ormai, praticamente la maggior parte del globo.

Il termine è stato coniato negli anni ’50 in riferimento ad un fenomeno ben preciso: nel 1952 infatti, a Londra, si era formata una cappa di inquinamento altamente velenosa, che determinò un incremento della mortalità e un aumento delle malattie respiratorie tra la popolazione.

Allora, le cause erano da rintracciare nelle emissioni nocive dovute all’utilizzo di carbone come combustibile: le polveri incombuste, l’anidride solforosa e gli ossidi di azoto si erano scontrati con un periodo piuttosto lungo di inversione termica, che avevadeterminato la formazione di una cappa negli strati più bassi dell’atmosfera.

La forma di inquinamento ambientale più diffusa ai giorni nostri è invece lo smog fotochimico, che è completamente diverso da quello tradizionale e anche, purtroppo, più pericoloso. Questa forma di inquinamento infatti produce grandi danni non solo alla nostra salute, ma anche all’ambiente, agli ecosistemi acquatici e agli animali.

Le cause dello smog fotochimico sono diverse: nelle grandi città è principalmente il traffico automobilistico a creare questo tipo di inquinamento, mentre nelle zone meno popolate sono le industriead incidere notevolmente. La particolarità di questo smog èl’elevata concentrazione di ozono a bassa quota: si tratta di una forma di inquinamento altamente cancerogena, che può irritare le vie respiratorie e provocare disturbi di tipi visivo.

Smog, veramente fa aumentare anche i crimini

Smog veramente fa aumentare anche i crimini

Secondo l’allarme lanciato proprio nei giorni scorsi da Legambiente, in Italia l’aria è «sempre più irrespirabile» e «l’emergenza smog ormai cronica», tanto che nel 2017 sono 39 le città italiane risultate fuorilegge per livelli di inquinamento da polveri sottili (Pm10) «alle stelle».

Tra l’altro l’Italia è tra gli otto paesi europei sotto procedura d’infrazione per i livelli elevati di smog e proprio dall’Ue ha recentemente ricevuto un ultimatum. In assenza di misure concrete, ci sarà il rinvio alla Corte di giustizia europea «con inevitabili e salatissime multe» per il nostro paese, dice Legambiente, avvertendo che «non bastano misure tampone, servono interventi strutturali e azioni ad hoc sia a livello nazionale che locale».

Ma anche oltreoceano non stanno certo meglio: tutte le grandi città americane sono costrette ad affrontare la problematica dello smog, ed un recente studio ha addirittura messo in correlazione l’inquinamento dell’aria con la criminalità.

A quanto pare, lo smog inquina il corpo, ma anche la mente: secondo i risultati di una combinazione di studi archivistici e sperimentali condotti da scienziati Usa della Columbia Business School di New York, l’esposizione – sia fisica che mentale – all’inquinamento atmosferico può portare a comportamenti non etici e risulta collegata per esempio a crimini o imbrogli.

Una delle analisi, ad esempio, ha preso in considerazione dati sull’inquinamento di 9.360 città nell’arco di nove anni e dati sulla criminalità (reati come omicidio, aggressione, rapina etc) in questi centri urbani. Si è visto che le città più inquinate erano quelle dove venivano commessi più crimini, anche considerando fattori potenzialmente influenti quali grado di povertà e disoccupazione delle metropoli.

Dopo una prima serie di esperimenti i ricercatori hanno cercato di trovare un collegamento diretto tra inquinamento atmosferico e comportamento. In un compito che apparentemente non era correlato, i partecipanti hanno visto alcune parole e hanno dovuto identificare delle parole collegate ad esse. Hanno chiesto a dei volontari di immaginare di vivere in luoghi inquinati.

A causa di un problema tecnico causato intenzionalmente, sul computer è comparsa la risposta corretta. I ricercatori hanno registrato quante volte i partecipanti hanno sbirciato la risposta corretta. È risultato che i volontari che pensavano di vivere in un’area inquinata “imbrogliavano” più spesso rispetto a quelli che immaginavano di vivere in aree pulite.

E’ stata misurata anche l’ansia che è risultata espressa in misura maggiore da chi aveva immaginato di essere esposto allo smog.

L’ipotesi più accreditata, secondo gli esperti, è quella secondo cui l’effetto dell’inquinamento su comportamenti e onestà è legato ai livelli di ansia delle persone, che crescono all’aumentare dell’inquinamento.

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