Venezia, i residenti non tollerano più i troppi turisti

VEB

Il turismo è ricchezza: lo sanno bene le moltissime città italiane che vivono grazie alle milioni di persone che ogni anno arrivano sul suolo italico, attratti dalle bellezze uniche della nostra millenaria storia.

Alberghi, ristoranti, bar, mezzi di trasporto e siti di informazioni, sono una miriade le attività che prolificano attorno al turismo, ma è indubbio che non mancano neppure gli inconvenienti.

A Venezia, ad esempio, gli abitanti si sentono sempre più stritolati dalla morsa di turisti che ogni giorno invade la laguna, sovente noncuranti di chi vi abita e ha diritto a privacy e tranquillità come tutti.

E così circa 2.500 abitanti del centro storico ieri hanno sfrattato per un paio d’ore i turisti, mandandoli via da calle e campielli: residenti contro «invasori» hanno scandito lo slogan «Mi no vado via» (io non vado via).

I residenti sono scesi in piazza per protestare contro i prezzi delle case in continua ascesa, la mancanza di negozi essenziali sostituiti da botteghe di paccottiglia, il transito delle grandi navi da crociera a San Marco, il turismo mordi e fuggi che spesso non genera reddito, ma produce oneri, come quelli per la rimozione di tonnellate di rifiuti di pranzi al sacco consumati in strada e portati da casa.

La sosta più significativa del corteo avviene davanti a Ca’ di Dio, ex casa di riposo dismessa. È destinata a diventare l’ennesimo albergo. Spia di un fenomeno dilagante: molti veneziani lasciano il centro per trasferirsi in terraferma, trasformando le case in bed&breakfast.

Per la prima volta alla manifestazione ‘Minovadovia’ al fianco della associazioni di cittadini partecipa anche la Confartigianato, perché come afferma il neo presidente Andrea Bertoldini “la deriva che spinge la città storica verso la mono cultura turistica sta mettendo fuori gioco residenti e attività artigianali. Di fronte a questa situazione, che definirei drammatica, non vediamo da parte della politica e dell’amministrazione della città alcuna presa di coscienza”.

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