Se c’è vita su Marte, ora abbiamo un metodo più efficace per trovarla. Una recente scoperta di un team di scienziati dell’Imperial College di Londra potrebbe rivoluzionare la nostra caccia a organismi extraterrestri, utilizzando tecnologie già presenti sul Pianeta Rosso.

A caccia di lipidi: la firma della vita
La sfida più grande nella ricerca di vita extraterrestre è distinguere tra composti organici creati da processi geologici e quelli prodotti da veri e propri organismi. La soluzione potrebbe trovarsi nei lipidi polari intatti (IPL), molecole che sono i mattoncini fondamentali delle membrane cellulari di ogni essere vivente sulla Terra.
Queste molecole sono un indicatore biologico, o biomarker, estremamente affidabile. Come spiegato dai ricercatori, gli IPL si degradano molto rapidamente dopo la morte di una cellula. Trovarli intatti nel suolo marziano sarebbe quindi una prova quasi inconfutabile della presenza di vita attuale o molto recente. Non a caso, sulla Terra, gli scienziati usano già l’analisi degli IPL per misurare la biomassa vivente in ambienti estremi, come le profondità oceaniche.
- L’oggetto “cilindrico” su Marte è una cometa interstellare
- Robot Umanoidi su Marte: L’Avvertimento degli Esperti a Elon Musk
- Oggetto anomalo punta Marte
Come funziona il nuovo test per la vita su Marte
La vera svolta di questa ricerca, pubblicata sulla rivista scientifica npj Space Exploration, è che non richiede nuove e complesse tecnologie. Il metodo sfrutta strumenti già installati sui rover marziani: il gascromatografo con spettrometro di massa (GC-MS). Questo dispositivo, presente su rover come Curiosity e Perseverance della NASA e previsto sulla futura sonda Rosalind Franklin dell’ESA, analizza i campioni di suolo riscaldandoli.
Il team, guidato dal dottorando Solomon Hirsch, ha dimostrato che quando i campioni contenenti batteri vivi (e quindi i loro IPL) vengono analizzati con il GC-MS, producono un segnale chimico inconfondibile, un “picco” netto e riconoscibile.
“Se otteniamo un segnale associato a questi composti, ciò potrebbe indicare che l’organismo è vivo, o almeno lo era molto di recente”, ha affermato Hirsch.
Questo approccio diretto supera i limiti dei metodi passati, offrendo una risposta chiara alla domanda fondamentale: “C’è vita adesso su Marte?”.
Conclusione: una nuova speranza per l’astrobiologia
Questa nuova tecnica non solo affina la nostra ricerca su Marte, ma apre anche scenari futuri entusiasmanti, come l’analisi dei materiali espulsi dai geyser delle lune ghiacciate di Giove. La caccia alla vita nel nostro Sistema Solare ha appena guadagnato uno strumento più potente.
Vuoi approfondire l’argomento? Visita i siti ufficiali delle agenzie spaziali per seguire gli ultimi aggiornamenti dalle missioni su Marte:
- NASA Mars Exploration Program: https://mars.nasa.gov/
- ESA Exploration of Mars: https://www.esa.int/Science_Exploration/Human_and_Robotic_Exploration/Exploration/Mars
Curiosa per natura e appassionata di tutto ciò che è nuovo, Angela Gemito naviga tra le ultime notizie, le tendenze tecnologiche e le curiosità più affascinanti per offrirtele su questo sito. Preparati a scoprire il mondo con occhi nuovi, un articolo alla volta!