Ci sono persone, migliaia se non decine di migliaia, che non hanno i requisiti per avere la pensione, altrettante che ricevono un assegno talmente misero da essere costrette a rivolgersi alla Caritas anche per i pasti: la situazione attuale dell’Italia è tragica, con milioni di persone al di sotto della soglia di povertà, molti dei quali anche bambini.
Poi ci sono i ricchi, i privilegiati, gente che si è guadagnata quel che ha, nessuno vuol metterlo in dubbio, anche se alcune volte determinate “uscite” fanno pensare.
Vittorio Sgarbi, famoso critico d’arte, ha appena maturato il diritto alla pensione, statale e ha tenuto a far sapere che in realtà, con tale pensione, non riuscirebbe neppure a coprire le spese che ha mensilmente.
Sgarbi dal 2019, a 66 anni, andrà in pensione dopo 50 anni di contributi versati come funzionario dei Beni Culturali ma, ciò che ha destato maggior scalpore, è che sono ben 33 anni – dal 1985 – che è in aspettativa.
Vittorio Sgarbi ha raccontato in una lunga intervista a Panorama che la sua pensione sarà tra i 2.500 e i 3.500 al mese, sebbene lui – mensilmente – ne spenda oltre 30 mila tra affitto (7 mila euro), assistenti e dipendenti della sua Fondazione.