Xenoglossia capacità mediatica o reincarnazione

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La Xenoglossia è quel fenomeno per il quale una persona riesce a parlare perfettamente una lingua straniera che fino ad allora gli era totalmente oscura.

Xenoglossia capacita mediatica o reincarnazione

Da anni gli esperti e gli appassionati si chiedono se questo fenomeno è solo suggestione, un’alterazione genetica, un processo di trasmigrazione, un ricordo della reincarnazione o altro.

Il primo accenno alla Xenoglossia lo troviamo nel nuovo testamento quando 12 apostoli parlarono inaspettatamente in lingue che non conoscevano minimamente.

L’improvvisa padronanza delle lingue straniere da parte dei discepoli di Cristo era considerata prova del loro essere stati scelti da Dio.

Nel 1634 nel monastero londinese di St. Ursula diverse novizie parlavano greco, latino e spagnolo. Per sbarazzarsi di questa disgrazia, fu ordinato loro di pregare con fervore e digiunare.

Nel 19° secolo, un contadino italiano parlava improvvisamente in lingue straniere. I sacerdoti che arrivarono stabilirono che era latino, greco, turco e decisero di salvare il poveretto – per eseguire un rito di esorcismo.

Nel 20° secolo, casi del genere furono trattati non da sacerdoti, ma da scienziati, il fenomeno si chiamava xenoglossia, ogni caso veniva registrato ed esaminato.

Di solito l’abilità si manifestava in una persona che aveva subito una lesione mentale o cerebrale.

Gli scienziati hanno suggerito che le vittime stabilissero una connessione telepatica con gli stranieri e in qualche modo assorbissero parte della loro coscienza, comprese le abilità linguistiche.

Ricordi di vita passata, reincarnazione le teorie per la xenoglossia

Attualmente ci sono due teorie, come spiega il portale esoreiter.ru. Secondo la prima, la nostra memoria genetica si risveglia. Così, immersi in uno stato ipnotico riusciamo a parlare altre lingue.

I sostenitori della reincarnazione sostengono che la persona ricorda le sue vite passate.

Entrambe le teorie sostanzialmente dicono la stessa cosa: la xenoglossia è un ponte verso il nostro passato. Tuttavia, ci sono casi che non rientrano in nessuna di queste teorie. Uno di questi è stato descritto dallo psicologo svizzero Flournoy.

Nel 1899 osservò una donna che, in stato di ipnosi, parlava oltre al francese e all’hindi una lingua che non poteva essere identificata.

La lingua aveva una struttura, un’ortografia, le sue caratteristiche grammaticali, ma allo stesso tempo non aveva nulla in comune con nessuna delle lingue esistenti o morte.

Il suo portatore di nome Helena sosteneva che fosse parlato dagli abitanti di Marte. Helena era una discendente dei marziani? O ha vissuto sul pianeta rosso in una vita passata? O c’è anche una terza opzione?

Fonte@Klim Podkova/Esoreiter.ru

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