Addio Uber Black, il Tribunale di Roma blocca l’app

VEB

Il Tribunale di Roma blocca l’app Uber Black: accolto il ricorso dei tassisti.

I tassisti di Roma avevano denunciato Uber Black per concorrenza sleale, i giudici del Tribunale di Roma lo accolgono.

Uber però non ci sta e annuncia subito un ricorso. “Siamo allibiti – si legge in un comunicato di del Gruppo Uber – per quanto annunciato dall’ordinanza che va nella direzione opposta rispetto al decreto Milleproroghe e alla normativa europea.

Faremo appello contro questa decisione, basata su una legge vecchia di 25 anni e che non rispecchia più i tempi, per permettere a migliaia di autisti professionisti di continuare a lavorare grazie all’app di Uber e alle persone di avere maggiore scelta”.

“Ora il governo – continua il comunicato – non può perdere altro tempo ma deve decidere se rimanere ancorato al passato, tutelando rendite di posizione, o permettere agli italiani di beneficiare di nuove tecnologie come Uber”.

Nel frattempo però, il Tribunale ordina che entro dieci giorni siano bloccati in Italia tutti i servizi fruibili tramite l’app Uber Black et similia.

Si legge, infatti, in una nota: “Il tribunale di Roma accertata la condotta di concorrenza sleale posta in essere sul territorio italiano da Uber, inibisce alle parti il servizio di trasporto pubblico non di linea con l’uso dell’applicazione Uber Black e delle analoghe applicazioni Uber-Lux, Uber-Suv, Uber-X, Uber-XL, UberSelect, Uber-Van, disponendo il blocco di queste applicazioni sul territorio italiano nonché di effettuare la promozione e pubblicazione di detti servizi sul territorio nazionale”.

Le società inadempienti pagheranno una penale di 10mila euro per ogni giorno di ritardo dal decimo giorno a partire dalla pubblicazione della sentenza.

Perché il blocco? Perché, secondo il Giudice, Uber Black è un sistema che consente agli utenti “che hanno scaricato l’app sul proprio telefonino, di entrare direttamente in contatto con autisti provvisti di autorizzazione ncc – noleggio con conducente – che hanno sottoscritto un contratto con Uber.

Un metodo questo molto comodo per gli utenti ma che provoca danni ai tassisti normali.

Gli autisti di Uber, infatti, a differenza dei tassisti non sono soggetti “a tariffe predeterminate dalle competenti autorità amministrative” e possono permettersi così “prezzi più competitivi” a seconda “delle esigenze del mercato”.

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