I ricercatori dell’Università di Torino hanno analizzato 590 registrazioni contenenti suoni emessi dai pinguini. Il progetto è stato realizzato in collaborazione con gli zoo italiani.
Si è scoperto che gli animali seguono le stesse regole linguistiche degli umani. Esistono due somiglianze chiave.
In primo luogo, le singole “espressioni” più comunemente utilizzate dai pinguini sono monosillabi molto brevi. Più spesso, usiamo parole brevi come “io”, “tu”, “e”, “a”, “k”, ecc.
In secondo luogo, la legge di Menzerath e Altmann, afferma che l’aumento delle dimensioni del costrutto linguistico comporta una diminuzione delle dimensioni dei suoi componenti e viceversa.
In altre parole, nelle espressioni con più sillabe, di solito ci occupiamo di sillabe brevi. Un’immagine simile è stata osservata, appunto, nel “discorso” dei pinguini.
Come è noto, i pinguini con l’aiuto dei suoni possono presentarsi, informare i rivali che questo territorio è già occupato, chiamarsi o trovarsi.
I ricercatori sono giunti alla conclusione che i principi delle lingue che utilizziamo non si basano sulla loro natura simbolica, ma su leggi più profonde, universali e, a quanto risulta, naturali che regolano la comunicazione, poiché nel mondo animale ci sono modelli simili nella costruzione di espressioni.