Incidenti stradali causati molto da apnee notturne

VEB

Secondo un nuovo studio dell’AAA, i guidatori che “crollano” al volante causano più incidenti e sono pericolosi quanto i conducenti ubriachi. Lo studio pubblicato martedì ha  confermato che il numero di  incidenti dovuti alla sonnolenza della guida è sottostimato dalle agenzie federali, la AAA si basa su riprese video di autisti catturati addormentati al volante e che rischiano e sfiorano a malapena una collisione o di un incidente.

Il sonno è fondamentale nella vita di ognuno, perché permette di rigenerare corpo e mente, ma allo stesso tempo il sonno nasconde pure delle insidie. Tra queste ci sono le apnee notturne, pericolose pause in cui si rimane senza respiro che, a lungo andare, possono severamente danneggiare il cervello, oltre che dare sonnolenza e affaticamento diurni.

La sindrome delle apnee notturne è un disturbo relativamente comune, in cui la respirazione del paziente si interrompe una o più volte, oppure rallenta eccessivamente, durante il sonno.

Le pause possono durare da pochi secondi ad alcuni minuti. Possono essere anche più di 30 in un’ora. Di solito la respirazione riprende normalmente, in alcuni casi accompagnata da un sonoro russare.

L’apnea nel sonno è di norma una patologia cronica (continua) che disturba il sonno e quando la respirazione si interrompe o rallenta spesso il paziente passa dal sonno profondo a un sonno più leggero. La qualità del sonno, quindi, è molto scarsa, per questo motivo ci si sente stanchi durante il giorno.

non ci sono delle vere e proprie “cause”, ma piuttosto dei fattori che possono contribuire al restringimento delle vie aeree superiori, causando apnee notturne. Tra questi, troviamo: l’aumento significativo di peso, il consumo di alcool, l’abitudine al fumo, l’uso di farmaci e/o rilassanti che inducano il sonno.

La maggior parte dei pazienti che ne soffre non sa di essere malato, perché il disturbo si presenta soltanto durante il sonno. In genere sono i famigliari o il partner a notare per primi i sintomi.

Un altro sintomo frequente dell’apnea nel sonno è la sonnolenza diurna, sul posto di lavoro o quando si è alla guida. In molti casi ci si ritrova ad addormentarsi velocemente nei momenti tranquilli della giornata quando non si è attivi.

A quanto pare la sindrome delle apnee ostruttive nel sonno (Osas) è talmente diffusa che i numeri delle persone colpite sono paragonabili a quelli che riguardano il diabete. Secondo uno studio durato due anni (2016-2017) sulla più ampia popolazione italiana mai studiata per questa patologia – 11mila autotrasportatori italiani maschi – sarebbe soprattutto la popolazione maschile tra i 40 e i 70 anni ad essere colpita e si stima che circa 6 milioni di uomini in età lavorativa siano affetti da Osas.

La ricerca in questione è stata condotta, come visto, sugli autotrasportatori, e non è certo un caso: le apnee notturne sono infatti sovente cause anche di incidenti stradali.

Questo disturbo provoca infatti ogni anno almeno 12.300 incidenti stradali e 250 morti. Esserne consapevoli può salvare la vita propria e altrui.

Nasce con questo obiettivo la campagna “Dormi meglio, guida sveglio” che ha l’obiettivo di sensibilizzare sui rischi per la sicurezza stradale della Sindrome delle apnee ostruttive nel sonno (OSAS). Promossa dall’Automobile Club d’Italia (ACI) e della Fondazione Italiana Salute Ambiente e Respiro (Fisar), è stata presentata nelle scorse ore a Roma.

Sono, evidenzia Claudio Sanguinetti, presidente Fisar, “uno dei maggiori fattori di rischio per malattie cardio e cerebrovascolari, che quadruplica la probabilità di ictus e raddoppia quella di ipertensione, diabete, aritmie”. Molto spesso chi ne soffre non se ne rende conto o sottovaluta il problema. L’iniziativa mira a migliorare la diagnosi e la cura dei moltissimi casi, ancora sommersi.

Il progetto si articolerà su tutto il territorio nazionale tramite le oltre 1.500 delegazioni ACI, dove i cittadini saranno invitati a compilare un questionario per valutare il rischio di OSAS e, in caso positivo, prenotare un esame diagnostico. Ciò consentirà di accelerare i tempi per ottenere la patente, garantendo idoneità alla guida ma anche efficaci terapie.

Secondo il presidente della Società Italiana di Pneumologia Stefano Nardini, “ci vorranno mesi o anni per aumentare la sensibilità della popolazione sul tema, ma sarà anche un arco di tempo necessario per rendere le strutture sanitarie in grado di far fronte a tutte le persone che necessiterebbero controlli”.

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