Storicamente avere a che fare con la Pubblica Amministrazione, qualunque era lo scopo e la richiesta avanzata, ha sempre significato file enormi e lungaggini incredibili, spesso legate alla richiesta di documenti, anche quelli comunemente detenuti dagli stessi uffici.
Per fortuna la più recente normativa è intervenuta con l’introduzione, provvidenziale aggiungeremmo noi, delle autocertificazioni: di cosa si tratta?
L’autocertificazione altro non è che una dichiarazione che l’interessato sottoscrive nel proprio interesse su stati, fatti e qualità personali.
Dichiarazioni sottoscritte dall’interessato, ma la cui firma non deve essere più autenticata.
Tramite le autocertificazioni il cittadino può sostituire, per ragioni di semplificazione, certificati che siano stati a lui richiesti dagli uffici della P.A., da gestori di servizi pubblici o anche da soggetti privati.
Generalmente sono usate per comprovare il luogo di nascita, la residenza, lo stato civile (celibe, coniugato, vedovo), la cittadinanza, lo stato di famiglia, e molto altro.
La pubblica amministrazione ha l’obbligo di accettarle, riservandosi però la possibilità di controllo e verifica in caso di sussistenza di dubbi sulla veridicità del loro contenuto.
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