Batteri, scovati nuovi batteri resistenti agli antibiotici

VEB

Solo una manciata di giorni fa l’Oms ha pubblicato una prima lista di “patogeni prioritari” antibiotico-resistenti. Si tratta di un elenco di 12 famiglie di batteri che rappresentano la più grande minaccia per la salute umana.

La lista è stata elaborata per indirizzare e promuovere la ricerca e lo sviluppo di nuovi antibiotici, nel quadro di una crescente resistenza globale ai farmaci antimicrobici. In particolare, l’elenco accende i riflettori sulla minaccia dei batteri gram-negativi resistenti a molteplici antibiotici.

I criteri per la selezione dei patogeni sono stati: il grado di mortalità delle infezioni da essi causate, la necessità o meno di lunghe degenze ospedaliere per il trattamento, la frequenza di resistenza agli attuali antibiotici quando vengono contratti dalle persone all’interno di una comunità, la possibilità o meno di prevenzione (attraverso una buona igiene e vaccinazione); il numero di opzioni di trattamento rimaste e la presenza o meno nella pipeline di R&S di nuovi antibiotici per trattarli.

La lista è divisa in tre categorie a seconda dell’urgenza della necessità di nuovi antibiotici: priorità fondamentale, elevata e media. Il gruppo più importante include batteri resistenti a più farmaci che rappresentano una particolare minaccia in ospedali, case di cura e tra i pazienti la cui assistenza richiede dispositivi come ventilatori e cateteri.

Tra questi figurano Acinetobacter, Pseudomonas e vari componenti della famiglia delle Enterobacteriaceae (tra cui Klebsiella, E. coli, Serratia e Proteus). Possono causare infezioni gravi e spesso mortali come infezioni del flusso sanguigno e polmonite.

Ed ecco che in queste ore dagli Stati Uniti arriva una nuova minaccia: oltre 200 geni rari resistenti agli antibiotici sono stati trovati in batteri letteralmente  “da incubo” testati nel 2017, secondo quanto pubblicato un rapporto pubblicato dai Centri statunitensi per il controllo e la prevenzione delle malattie.

Questi agenti patogeni resistenti agli antibiotici stanno creando una vera situazione di panico in quanto potrebbero causare delle epidemie anche a livello globale.

“Questo non è solo un problema in uno o due stati”, ha detto il vice direttore della Cdc Anne Schuchat , aggiungendo che i 221 geni rari sono stati trovati in isolati raccolti in 27 stati da campioni di infezione che includevano polmonite, infezioni del flusso sanguigno e infezioni del tratto urinario.

Oltre ad essere praticamente ‘immuni’ a tutti o quasi gli antibiotici esistenti e quindi difficili da trattare, questo genere di batteri sono risultati poco comuni in alcune aree degli Usa o hanno dei particolari geni che permettono di diffondere la loro resistenza ad altri batteri.

Negli Usa l’antibioticoresistenza è presente in ogni stato: sono più di 23mila gli americani che muoiono ogni anno per le infezioni causate dai batteri resistenti agli antibiotici. Da qui la decisione dei Cdc di predisporre un nuovo piano d’azione aggressivo a livello federale e statale.

E nonostante gli appelli ad un uso più morigerato degli antibiotici, i consumi nel mondo tra il 2000 e il 2015 sono aumentati del 40%. A fare la parte del leone sono i paesi a medio e basso reddito, anche se alcuni di quelli più ricchi, a partire dall’Italia, hanno contribuito al boom. Su 76 Paesi studiati, l’Italia si pone al 15/mo posto.

La resistenza batterica è divenuta quindi un problema globale. «La resistenza antimicrobica rappresenta una minaccia fondamentale per la salute umana, lo sviluppo e la sicurezza – ha sottolineato la dott.ssa Margaret Chan, direttore generale dell’Organizzazione Mondiale della Sanità – Gli impegni presi devono ora essere tradotti in azioni rapide, efficaci e salvavita nei settori della salute umana, animale e ambientale. Stiamo per esaurire il tempo a disposizione».

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