Biancaneve, non tutti conoscono la vera storia

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La fiaba di Biancaneve e i sette nani è una delle più famose al mondo popolarmente conosciuta per la sua stesura da parte dei Fratelli Grimm e poi per la pellicola firmata Disney, vincitrice, tra l’altro, del premio Oscar nel 1937.

Non molti sanno però che, come molti racconti dei Fratelli Grimm che si ispirano a leggende e storie della tradizione popolare tedesca, la versione che viene oggi universalmente raccontata è quella “rivista e corretta per il pubblico e venne pubblicata per la prima volta nella raccolta dei Green del 1857.

La fiaba, originaria del 1812, è profondamente diversa da quella che tutti noi oggi conosciamo, perchè la matrigna è in realtà la madre di Biancaneve che, a soli 7 anni la vuol far uccidere per mangiarle fegato e polmoni con sale e pepe.

Il principe azzurro conosce Biancaneve nella bara di vetro in un momento imprecisato dell’età della ragazza che viene risvegliata dal veleno della mela, non dà un bacio dell’uomo ma dagli strattonamenti dei servi stanchi di vedere il principe iracondo a causa dell’amore per quello che risulta essere solo il cadavere della ragazza.

La regina cattiva infine muore uccisa per vendetta da Biancaneve e dal principe che la invitano al loro matrimonio e la costringono a indossare delle scarpe di ferro arroventate che prima le bruciano i piedi e poi la costringono a ballare sino a cadere morta per lo sfinimento.

Biancaneve, la vera storia.

Nel 1994 uno storico tedesco di nome Sanders, pubblicò un libro dal titolo appunto “Biancaneve” sostenendo di aver scoperto la genesi dietro la fiaba dei Fratelli Grimm.

Per Sanders il personaggio di Biancaneve era basato sulla vita di Margherita Bonneval una contessa tedesca nata da Filippo IV e dalla prima moglie nel 1533.

All’età di 16 anni Margherita fu costretta dalla matrigna ad allontanarsi e andare in semi esilio a Bruxelles, lì la ragazza si innamorò di un Principe che sarebbe poi divenuto filippo II di Spagna contro il volere del padre e della matrigna.

La relazione era infatti politicamente scomoda e la ragazza morì misteriosamente a soli 21 anni, a quanto sembra mediante avvelenamento i resoconti storici indicano come probabile mandante dell’omicidio il re di Spagna che si oppose alla storia d’amore tra il figlio e la ragazza e che inviò agenti speciali spagnoli a uccidere la giovane.

Gli elementi contenuti nella fiaba sono presenti in senso lato anche nella realtà i sette nani sarebbero i piccoli bambini che erano schiavi di Filippo IV e che lavoravano per lui nelle miniere di rame, questi ultimi non solo erano costretti a fatiche disumane in giovane età ma ne risultavano poi deformati da adulti perché denutriti e enormemente provati dagli sforzi fisici subiti durante l’infanzia.

La mela avvelenata, sempre secondo lo scrittore, sarebbe riconducibile ad un evento storico avvenuto in Germania che vide un anziano arrestato per aver dato delle mele avvelenate ad alcuni bambini colpevoli di aver tentato di rubare la sua merce al mercato.

Dunque il racconto in realtà avrebbe avuto origine da alcuni eventi storici realmente accaduti, non proprio “fiabeschi”, poi rimodellati più volte per apparire come quella che conosciamo oggi tutti noi come “Biancaneve e i sette nani”.

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