Cancro, a moltissimi pazienti costa anche la stabilità economica

VEB

Scoprire di avere un cancro è un’esperienza che nessuno si augura di vivere, ma allo stesso tempo, purtroppo, sono ancora tantissimi coloro che devono farci i conti, essendo, ad oggi, una delle primarie cause di morte, in Italia come nel mondo.

Avere un cancro vuol dire sottoporsi a cure lunghe e dolorose, vivere con la paura del domani, facendo i conti con malattie che oggi sono molto più curabili rispetto anche solo a pochi anni fa, ma comunque in molti casi sono ancora mortali.

Ma affrontare un cancro vuol dire anche mettere in gioco ingenti risorse economiche, e sono tanti quelli che non riescono ad affrontarle, minando irrimediabilmente la stabilità economica propria e della propria famiglia.

Dati alla mano, un malato su cinque in Italia rischia il tracollo economico, e le conseguenze si fanno sentire anche in termini di aspettativa di vita.

Si parla infatti di progressi delle immunoterapie, ma anche di effetti della crisi e finanza tossica, al meeting dell’American Society of Clinical Oncology (Asco) che ha preso il via a Chicago, presenti 30mila ricercatori da tutto il mondo.

A dare l’allarme, per il peso che si scarica sulle famiglie e la tenuta del Sistema sanitario, è il professor Carmine Pinto, presidente dell’Associazione italiana di oncologia medica (Aiom).

“Per la prima volta anche in Italia si comincia a parlare di ‘tossicità finanziaria’, la crisi economica individuale conseguente al cancro e alle sue cure – spiega Pinto- Fino a pochi anni fa era un problema confinato agli Stati Uniti, oggi interessa anche il nostro Paese. Un’analisi di 16 sperimentazioni condotte tra il 1999 e il 2015, a cui hanno partecipato 3.760 pazienti italiani con tumori del polmone, della mammella o dell’ovaio, ha evidenziato che il 22,5% presentava ‘tossicità finanziaria’ e un rischio di morte, nei mesi e negli anni successivi, del 20% più alto rispetto ai malati senza problemi economici”.

L’analisi è stata condotta dall’Istituto nazionale tumori ‘Pascale’ di Napoli. E i dati emersi sono “preoccupanti perché evidenziano – prosegue l’oncologo – come il contraccolpo finanziario dovuto alla malattia si riverberi in un peggioramento della prognosi”.

Dunque inconvenienti come la perdita del lavoro per malattia, o una badante che aiuta a seguire a domicilio un paziente non autosufficiente, incidono negativamente sui conti di casa come pure sui processi di guarigione.

Una situazione già molto critica, che potrebbe aggravarsi dopo la recente decisione del presidente Usa.

L’uscita degli Stati Uniti dall’accordo di Parigi sul Clima rappresenta, “da parte del presidente Usa Donald Trump, un grande attacco alla scienza e alla sanità”, aggiunge Pinto.

“Gli Usa – ha concluso Pinto a margine del congresso – vengono fuori da un accordo che imponeva limiti per il controllo delle emissioni inquinanti. Ciò avrà naturalmente un impatto su molti tumori legati appunto a fattori cancerogeni di bassa potenzialità; ovviamente, si determinerà su lungo termine un prevedibile incremento di questo tipo di neoplasie. Se la più grande potenza mondiale non aderisce più al controllo delle emissioni, l’impatto sull’ambiente sarà grande, e di conseguenza anche l’aumento dei potenziali inquinanti cancerogeni”.

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