Cannabis, i giovani italiani ne sono grandi consumatori

VEB

Negli ultimi anni sono stati tanti gli studi che hanno sottolineato gli effetti benefici che piccole dose di cannabis hanno sull’organismo di chi le assume: per ultimi, solamente in ordine di tempo, i ricercatori della University of Illinois e University of Chicago hanno raccontato sulla rivista Drug and Alcohol Dependence come i livelli di delta-9-tetraidrocannabinolo (Thc), il principale composto psicoattivo della marijuana, riduca lo stress e l’ansia.

Piccole dosi è però la parola chiave: senza volerci addentrare nell’annosa diatriba tra coloro che fanno distinzione tra droghe pesanti e droghe leggere e quelli che invece considerano lo spinello al pari di eroina e cocaina, è incontrovertibile che molti non conoscono le mezze misure, e infatti negli ultimi anni i numeri parlano chiaro.

Con il 19% di prevalenza di consumo nella fascia d’età tra i 15 e i 34 anni, l’Italia è il secondo Paese in Europa per l’uso di cannabis tra i giovani.

Prima di noi, nella fascia d’età considerata, soltanto la Francia (22,1%). I dati sono relativi al 2015 ed emergono dall’ultimo rapporto dell’Osservatorio europeo delle droghe e delle tossicodipendenze, appena pubblicato.

Gli oppioidi ad alto rischio vengono consumati dal 5,2% degli italiani: un dato che proietta l’Italia al quarto posto in Europa. Per quanto concerne il consumo di cocaina, i tre quarti delle richieste di trattamento per tale dipendenza in Europa arrivano da Spagna, Italia e Regno Unito. Il nostro Paese, con una percentuale dell’1,8%, occupa l’ottavo gradino di questa classifica.

Nel 2015 in Italia il tasso di mortalità indotta dalla droga tra gli adulti di età compresa tra i 15-64 anni è di 7,8 morti per milione. Un dato per fortuna nettamente inferiore alla media europea di 20,3 morti per milione.

L’impatto del problema della droga, secondo l’Osservatorio, «continua a rappresentare una sfida significativa per le società europee». Oltre 93 milioni di europei hanno provato una sostanza illecita almeno una volta nella vita e i decessi per overdose continuano ad aumentare per il terzo anno di seguito.

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