Celiachia la settimana Nazionale per informare

VEB

Maggio è il mese della sensibilizzazione sulle malattie celiache per scoprire fino a che punto sono arrivate la consapevolezza e la diagnosi celiaca. La celiachia è una malattia autoimmune innescata dalla proteina di stoccaggio nel grano, nell’orzo e nella segale. Una persona con malattia celiaca sperimenta come il proprio organismo crei un attacco immunitario contro l’intestino tenue in caso di consumo di glutine.

Pochissime ore e prenderà il via la Settimana Nazionale della Celiachia, dal 12 al 20 maggio: per l’occasione tantissime manifestazioni ed iniziative sono state organizzate dall’Associazione Italiana Celiachia (Aic). L’elenco è sul sito www.settimanadellaceliachia.it dove è anche a disposizione uno spazio attraverso cui è possibile fare domande in ambito medico, nutrizionale o sui diritti dei celiaci.

Tema della Settimana Nazionale, i diritti dei pazienti di oggi e di domani: dal diritto a ricevere una diagnosi tempestiva a quello di essere seguiti correttamente per evitare complicanze, fino alla sicurezza dei prodotti gluten free.

“Nel corso della Settimana della Celiachia in tutta Italia si parlerà di dieta senza glutine per far conoscere la celiachia a tutta la popolazione. Accanto a degustazioni, corsi di cucina, visite ai laboratori artigianali sono previsti per esempio menù senza glutine nelle scuole, in 30 località dell’Emilia Romagna e in 44 Comuni Toscani per circa 77.000 bambini coinvolti, iniziativa che si ripete anche in alcune classi del Trentino, della Liguria e della Lombardia: lo scopo è far capire che è possibile mangiare senza glutine e con gusto, per favorire l’integrazione dei bimbi celiaci con i compagni – spiega Giuseppe Di Fabio, presidente AIC – Sono previsti poi 15 convegni o incontri con esperti di celiachia in tutta Italia”.

Intanto, quasi tutte le Regioni (Commissione Salute) sono d’accordo, a eccezione della Basilicata che ha presentato osservazioni, su un nuovo provvedimento in cui si definiscono i limiti massimi di spesa per l’erogazione gratuita degli alimenti senza glutine ai soggetti affetti da celiachia.

Nello specifico, dopo le obiezioni sollevate dalla Basilicata sulla prima versione, la proposta di decreto di aggiornamento dei tetti di spesa, già condivisa dalle Regioni in sede tecnica a marzo, è stata corretta dal ministero, ma lascia invariato il criterio sull’erogabilità degli alimenti senza glutine a carica del Ssn in base al quale Iil beneficio è limitato ai prodotti espressamente destinati ai celiaci in sostituzione degli alimenti contenenti ingredienti fonte di glutine.

Con l’applicazione del Regolamento Ue 609/2013, dal 20 luglio 2016 i prodotti senza glutine destinati ai celiaci rientrano tra i comuni alimenti e l’indicazione “senza glutine” sull’ etichetta rappresenta una informazione accessoria e volontaria, utilizzabile alle condizioni definite nel Regolamento (UE) 828/2014.

Nel nuovo quadro normativo gli ex prodotti dietetici senza glutine hanno i loro equivalenti negli alimenti che sull’etichetta riportano l’indicazione “senza glutine” seguita dalla dicitura “specificatamente formulati per celiaci” o “specificatamente formulati per persone intolleranti al glutine”.

Per quel che riguarda la riduzione di libertà di accesso per i celiaci a tutti i canali di vendita, compresa la Grande Distribuzione Organizzata e gli esercizi commerciali specializzati, la possibilità di acquistare i prodotti senza glutine erogabili fuori dal canale farmaceutico è  riconducibile  all’attivazione del  processo  di dematerializzazione dei meccanismi autorizzativi che per ora poche Regioni hanno implementato. Per questo il ministero ha realizzato lo scorso anno un gruppo di lavoro che tra i suoi obiettivi prevede proprio quello della dematerializzazione come processo propedeutico al libero acquisto dei prodotti senza glutine in tutti i canali di vendita, sull’intero territorio nazionale e non necessariamente nella regione di residenza.

Ricordiamo che la celiachia è una infiammazione cronica dell’intestino tenue provocata dalla ingestione di glutine nei soggetti che sono geneticamente predisposti. Il glutine si trova nel grano, nell’orzo, nella segale, nel farro, nel kamut ed in altri cereali.

In Italia questa malattia interessa 600.000 persone, di cui soltanto il 25% ha una diagnosi tale da poter seguire una dieta senza glutine, prevenendo tutta una serie di complicanze.

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