Cibo e tumori, ecco quali alimenti vanno limitati o eliminati

VEB

Da anni sono numerosissimi gli studi e le ricerche internazionali che si sono occupati di capire quanto il cibo potesse influenzare l’insorgere o meno di determinate malattie.

Più di recente, un ampio studio dell’Università della Florida ha mostrato un significativo legame tra un’alimentazione corretta e la diminuzione del rischio di morire a causa del cancro.

La ricerca in questione si è focalizzata a 360 gradi sulla dieta, senza porre l’attenzione solamente su determinati cibi tradizionalmente considerati più nocivi.

Gli esperti, dal 1988 al 1994, hanno esaminato i dati di circa 34mila statunitensi che hanno compilato ogni anno questionari approfonditi sul loro stato di salute e sulle loro abitudini alimentari.

I soggetti abituati a mangiare in modo sano e vario, secondo i risultati, avevano il 65% di probabilità in più di non morire a causa del cancro. Questa cifra, inoltre, si è mantenuta su quei livelli anche quando i ricercatori hanno considerato altre variabili.

Basandosi su questi e altri studi simili, da più di 10 anni, il Fondo mondiale per la ricerca sul cancro è portavoce del processo di revisione sistematica della letteratura scientifica su alimentazione e tumori e, di recente, ha redatto le nuove Linee guida di prevenzione che riportano i cibi che alimentano i tumori.

Un’alimentazione sana, che tenga alla larga anche le malattie di cuore oltre che quelle tumorali, richiede soprattutto di ridurre drasticamente l’apporto di grassi e proteine animali, favorendo invece l’assunzione di cibi ricchi di vitamine e fibre.

Per questo occorre portare a tavola almeno cinque porzioni di frutta e verdura al giorno; privilegiare nella scelta di cereali, pane, pasta e riso quelli integrali e abbinarli sempre a un po’ di legumi.

Tra i cibi che alimentano i tumori ci sono tutte quelle carni essiccate, fermentate, affumicate, trattate con conservanti o in altri modi per migliorarne il sapore o la conservazione come gli hot dog, i salami, le salsicce, gli affettati in genere, ma anche le carni in scatola o sotto sale. Le carni rosse processate sono state classificate come cancerogeni certi dalla Iarc (Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro) e sono state associate al rischio di cancro del colon-retto e dello stomaco.

Gli alcolici dovrebbero essere del tutto eliminati, ma se proprio non se ne può fare a meno, il suggerimento è di non superare due bicchieri scarsi di un vino di media gradazione per gli uomini e un bicchiere per le donne.

Moderata deve essere anche l’assunzione di sale: si raccomanda infatti di limitare il consumo di sale a 5 grammi al giorno, circa un cucchiaino (2 grammi di sodio).

Cercare di evitare il più possibile anche il consumo di zucchero, che favorisce l’insorgere dell’obesità e questa patologia, come sappiamo, aumenta il rischio di sviluppare tumori della mammella (dopo la menopausa), intestino, prostata, pancreas, rene, fegato, ovaio, endometrio ed esofago (adenocarcinoma).

Ma cosa rende un cibo dannoso per la salute? In alcuni casi ciò dipende dalla presenza in alcuni cibi di sostanze che favoriscono lo sviluppo della malattia, come i nitriti e i nitrati utilizzati per la conservazione dei salumi, per esempio, che facilitano la comparsa del tumore dello stomaco.

In altri casi gli alimenti in sé non sarebbero dannosi, ma possono essere contaminati da sostanze come le aflatossine, liberate da determinate muffe nel mais o in altre granaglie e legumi mal conservati. In alcuni Paesi in via di sviluppo le aflatossine sono responsabili di una quota rilevante di tumori del fegato.

I ricercatori, inoltre, per rendere queste linee guida più pratiche, hanno parlato anche di quantità. È necessario assumere 50-100 kcal in meno al giorno contro l’aumento di peso; raggiungere o mantenere un peso corporeo adeguato è, infatti, uno degli accorgimenti più importanti per ridurre il rischio di tumori.

Naturalmente il tutto è imprescindibile dalla giusta attività fisica: gli esperti consigliano di praticare almeno 150 minuti a settimana di attività fisica moderata, da ridurre a 75 se intensa.

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