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La Cina sfida i limiti della Terra: trivella oltre 10.000 metri nel deserto del Taklamakan

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  • La Cina sta conducendo una delle perforazioni più profonde mai realizzate sulla Terra: oltre 10.000 metri nel sottosuolo;
  • Il progetto Shenditake-1 attraversa 13 strati geologici e punta a raggiungere gli 11 km di profondità;
  • Obiettivo: raccogliere dati geologici, ma anche individuare risorse energetiche come gas e petrolio.

La trivellazione Shenditake-1: un’impresa ai confini della scienza

Nel cuore del deserto del Taklamakan, uno dei luoghi più inospitali del pianeta, la Cina sta realizzando un progetto scientifico e tecnologico senza precedenti. Si chiama Shenditake-1 e rappresenta la trivellazione verticale più profonda mai effettuata in Asia, con una profondità attuale che ha già superato i 10.000 metri. L’obiettivo finale? Raggiungere gli 11 chilometri sotto la superficie terrestre, attraversando oltre una dozzina di strati geologici.

La Cina sfida i limiti della Terra

Secondo quanto riportato dal quotidiano statale cinese Global Times, il progetto è in corso dal maggio 2023 e sta procedendo con tecnologie di perforazione avanzate e sistemi di monitoraggio in tempo reale【Fonte: Global Times】.


Una finestra sul passato geologico del pianeta

Le rocce attraversate dalla trivella includono formazioni risalenti a oltre 145 milioni di anni fa, epoca in cui dominavano i dinosauri. Ogni metro di profondità offre nuove informazioni sul passato geologico della Terra, contribuendo a mappare la composizione del sottosuolo in una delle aree meno conosciute dell’Asia centrale.

L’iniziativa è in linea con la crescente ambizione della Cina di sviluppare competenze geotecniche avanzate e ottenere una maggiore autonomia nell’estrazione di risorse naturali e nello studio del cambiamento climatico attraverso la stratigrafia profonda.


Obiettivi energetici e tecnologie estreme

Oltre all’interesse scientifico, Shenditake-1 ha una rilevanza strategica anche dal punto di vista energetico. Durante le operazioni, gli ingegneri hanno già rilevato tracce di petrolio e gas naturale, alimentando la possibilità di futuri sviluppi nell’esplorazione di risorse fossili nel sottosuolo del Xinjiang.

Le condizioni estreme — temperature oltre i 200°C e pressioni schiaccianti — rappresentano una sfida costante per l’equipaggiamento. Per affrontarle, si utilizzano materiali ad alta resistenza e sensori in grado di rilevare variazioni termiche, sismiche e chimiche in tempo reale.

Secondo l’International Energy Agency, i progetti di trivellazione ultra-profonda avranno un ruolo cruciale nella transizione energetica globale, anche per lo sviluppo della geotermia avanzata【Fonte: IEA – Deep Geothermal】.


La corsa globale alla profondità

La Cina non è l’unico paese impegnato in progetti geologici estremi. Nel passato, la Russia deteneva il record con il pozzo Kola Superdeep Borehole, che raggiunse i 12.262 metri negli anni ‘80. Ma l’approccio cinese si distingue per l’obiettivo multidisciplinare, che integra geologia, energia e big data, in un unico ecosistema di esplorazione scientifica.


Fonti autorevoli per approfondire

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