Fin dal primo momento si è capito che il Coronavirus avesse una maggiore probabilità di essere letale nel caso di pazienti molto anziani e con numerose patologie pregresse.
I grandi numeri lo confermano, anche se comunque non mancano neppure morti giovani e soprattutto senza patologie così gravi da spiegare un esito così nefasto del virus.
In queste settimane si è ipotizzata anche una correlazione tra gravità dell’infezione provocata dal Covid-19 e fumo, ed in queste ore è arrivato un primo studio a confermarlo.
Uno studio condotto alla British Columbia University e dal St. Paul’s Hospital di Vancouver, in Canada, infatti, mostra che i fumatori hanno livelli elevati di una molecola chiamata “enzima di conversione dell’angiotensina II”. Quest’ultima è un punto d’accesso del coronavirus nelle cellule polmonari e potrebbe causare una grave infezione.
L’autrice dello studio, Janice Leung, ha così commentato i risultati della ricerca: “I pazienti con BPCO dovrebbero attenersi rigorosamente al distanziamento sociale e all’igiene delle mani consigliata per prevenire l’infezione. Abbiamo però scoperto che gli ex fumatori hanno livelli di ACE-2 simili rispetto a chi non ha mai acceso una sigaretta. Questo dato suggerisce che non c’è mai stato un momento migliore per smettere di fumare, anche per proteggersi da Covid-19”.