Il celebre fisico Stephen Hawking, autore di opere rivoluzionarie come Una breve storia del tempo e L’universo in poche parole, ha sempre affrontato le grandi domande sull’esistenza con un approccio rigorosamente scientifico. La sua visione di Dio e della religione, espressa con chiarezza e semplicità, ha suscitato ampio dibattito, rivelando il suo impegno nel comprendere l’universo attraverso le leggi della natura.

La scienza come risposta al divino
In uno dei suoi ultimi libri, Brevi risposte a grandi domande, Hawking ha esplorato la relazione tra fede e scienza, spiegando come molte convinzioni religiose abbiano storicamente influenzato la percezione della disabilità. “Per secoli si è pensato che le persone con disabilità vivessero sotto una maledizione divina”, ha scritto, aggiungendo con ironia: “Forse ho fatto arrabbiare qualcuno lassù, ma preferisco pensare che tutto sia spiegabile con le leggi della natura.”
Hawking credeva fermamente che l’universo fosse regolato da leggi scientifiche, non da interventi soprannaturali. Pur riconoscendo che alcune persone potrebbero interpretare queste leggi come l’opera di un’entità divina, sottolineava che ciò rappresentava più una definizione di Dio che una prova della sua esistenza. La sua visione era sintetizzata in un’affermazione diretta: “La spiegazione più semplice è che Dio non esiste.”
L’universo senza un creatore
Per Hawking, l’universo non aveva bisogno di un creatore. Egli riteneva che nessuno avesse progettato l’universo e che nessuno dirigesse il destino umano. Concludeva che probabilmente non esistono né il Paradiso né l’aldilà, sottolineando che la vita dovrebbe essere vissuta e compresa attraverso le leggi naturali.
Una vita straordinaria contro ogni previsione
La filosofia di Hawking è stata modellata dalla sua eccezionale esperienza di vita. Diagnosticato con la sclerosi laterale amiotrofica (SLA) a soli 21 anni, i medici gli avevano dato appena due anni di vita. Nonostante ciò, visse fino a 76 anni, diventando un simbolo di resilienza e innovazione. La sua malattia, che progressivamente lo privò della mobilità, lo costrinse ad adattarsi continuamente, sfruttando la tecnologia per comunicare e continuare a lavorare. Utilizzava un sistema avanzato controllato dai movimenti della guancia, grazie al quale riusciva a condividere le sue idee con il mondo.
Scienza, fede e l’eredità di Hawking
Hawking rimase sempre fedele alla scienza come strumento per comprendere il cosmo. La sua visione di Dio e della religione rifletteva una ricerca di spiegazioni fondate su osservazioni e prove, piuttosto che su credenze sovrannaturali. Il suo approccio razionale ha ispirato generazioni di scienziati e pensatori, ricordando che la curiosità e il desiderio di capire sono le forze trainanti del progresso umano.
Conclusione
Stephen Hawking ha lasciato un’eredità intellettuale ineguagliabile. La sua posizione su Dio non era un rifiuto della spiritualità, ma una celebrazione della capacità umana di comprendere l’universo attraverso la scienza. Le sue parole, le sue scoperte e il suo esempio di vita continueranno a ispirare chiunque cerchi risposte alle domande più profonde della nostra esistenza.
Mi occupo di fornire agli utenti delle news sempre aggiornate, dal gossip al mondo tech, passando per la cronaca e le notizie di salute. I contenuti sono, in alcuni casi, scritti da più autori contemporaneamente vengono pubblicati su Veb.it a firma della redazione.