Digiuno intermittente, regime utile contro numerose patologie

VEB

Molto chiacchierato nell’ambito delle diete e della perdita di peso, il digiuno intermittente è un modello che alterna dei periodi in cui si mangia a dei periodi in cui si fa digiuno.

Non si tratta quindi di una vera e propria dieta, ma di un programma alimentare che più che suggerirti cosa, ti dice quando mangiare.

Il digiuno intermittente va oltre il semplice restringimento calorico: a cambiare è anche l’equilibrio ormonale, così che il corpo impari a fare un buon uso delle riserve di grassi.

Alcuni studi hanno dimostrato che il digiuno intermittente, se fatto correttamente, aiuta anche a prevenire il diabete di tipo 2. In più, il corpo impara a processare in modo più efficiente il cibo consumato. Alcuni studi hanno anche dimostrato che una combinazione tra l’allenamento della forza e il metodo 16/8 permette di ridurre una percentuale di grasso corporeo maggiore rispetto a quella che si elimina solo con l’allenamento.

Ma questo regime è utile anche per sconfiggere anche delle patologie insidiose come sclerosi multipla e dolore cronico.

In primis, a quanto pare il digiuno intermittente può essere utile a combattere il dolore cronico di tipo neuropatico: a dirlo uno studio pubblicato sul «Faseb Journal» che aggiunge una potenziale novità a un ambito di cure che negli ultimi anni ha visto poche novità.

«A oggi il dolore neuropatico è poco trattato farmacologicamente, in quanto non risponde alla maggior parte dei classici farmaci analgesici – ha affermato Sabatino Maione, ordinario di farmacologia all’Università della Campania Luigi Vanvitelli e coordinatore della ricerca -. Di conseguenza c’è un notevole interesse della ricerca al fine di identificare nuovi meccanismi molecolari e substrati cellulari e anatomici per meglio comprendere la natura del dolore neuropatico».

Lo studio in questione, ad oggi condotto solo sugli animali, ha evidenziato che la stimolazione farmacologica – condotta con farmaci che bloccano i canali del sodio e sulla sinapsi spinale con farmaci che bloccano i canali del calcio, oppure con molecole in grado di inibire i neuroni centrali, antinfiammatori e corticosteroidi – dà maggiori risposte proprio in regime alimentare controllato, ossia una sorta di digiuno intermittente.

La ricerca rappresenta quindi una prima evidenza del coinvolgimento di HCAR2 nei meccanismi che sono alla base del dolore neuropatico. Come tale, potrebbe aprire nuove strade per il trattamento di questa patologia cronico-degenerativa che vede combinare la farmacologia con regimi alimentari condizionati come il digiuno.

Ma questo regime alimentare pare sia efficace anche nell’affiancarsi al trattamento farmacologico di tutta una serie di patologie, tra le quali la sclerosi multipla. Alcuni studi su modelli animali, nello specifico, hanno mostrato come vari tipi di restrizione calorica, una riduzione controllata dell’apporto calorico con protocolli diversi, possano avere effetti protettivi sul sistema nervoso.

Uno dei principali lavori in tal senso vede tra gli autori Valter Longo, uno dei maggiori studiosi di invecchiamento e restrizione calorica, ed è stato pubblicato su Cell Reports.

Lo studio è stato condotto su dei topi nei quali è stata indotta Encefalomielite Autoimmune Sperimentale, un modello animale molto simile alla Sclerosi Multipla.

La patologia viene indotta iniettando negli animali antigeni mielinici mescolati con agenti che esaltano la risposta autoimmune. Dopo qualche giorno, alla comparsa dei primi sintomi, gli animali sono stati divisi in tre gruppi: un gruppo di controllo con dieta normale, un gruppo che ha seguito una dieta chetogenica con ridottissimo apporto di carboidrati per tutta la durata dell’esperimento (30 giorni) e infine un gruppo che ha seguito un digiuno intermittente.

Il digiuno ha permesso di ridurre in maniera significativa i sintomi della malattia, in parte intervenendo sui processi infiammatori, in parte prevenendo le lesioni demielinizzanti. Circa il 21% degli animali a digiuno ha mostrato una completa remissione dei sintomi. Inoltre il digiuno intermittente ha ridotto la risposta autoimmune, con variazioni importanti nel numero e nella presenza di diversi tipi cellulari del sistema immunitario: riduzione dei globuli bianchi, linfociti, monociti e granulociti.

Il digiuno ha persino promosso la rigenerazione della guaina mielinica, promuovendo la produzione di oligodendrociti a partire dalle cellule progenitrici.

Next Post

Vodafone scontenta i suoi clienti non nuove rimodulazioni

Con l’arrivo dell’estate tutti gli operatori di telefonia mobile nazionali fanno a gara per offrire le promozioni migliori, per conquistare nuova utenza e per tenersi ben stretta la propria, in un mercato sempre più concorrenziali. Tra le varie offerte spiccano quelle di Vodafone, che ha prorogato la loro attivazione addirittura […]
Vodafone scontenta i suoi clienti non nuove rimodulazioni

Possono interessarti