Ci sono delle esperienze che cambiano inesorabilmente una persona, segnano talmente profondamente che è impossibile cancellare non solo le cicatrici ma anche il dolore.
Per una donna, una di queste esperienze è certamente la perdita di un figlio, l’aborto spontaneo di un bambino tanto desiderato e voluto: un dolore così forte e privato, ad anni di distanza, ha raccontato di averlo vissuto Donatella Rettore, condividendo col pubblico un ricordo così sentito e straziante.
La Rettore ha raccontato la sua esperienza a Vanity Fair: “Dovevamo avere un figlio di 20 anni, l’abbiamo perso che era ancora nella pancia, e non è accaduto più” rivela la cantante. “Mi sono rovinata di terapie, continuavano a dirci che entrambi stavamo bene ma che non veniva, ed era un mistero. Oltre ancora non ho voluto insistere”.
Dalle parole di Donatella traspare comunque l’amore enorme che la lega a suo marito Claudio Rego, suo compagno di vita da ben 37 anni: “Il nostro è un amore lungo una vita: è stato il primo, a quel concerto di Alan Sorrenti, sarà l’ultimo. Ricordo di lì a poco sarebbe partito militare. Mi disse: “Hai una voce che merita parole nuove”.
Donatella e Claudio si sono sposati: “Per disperazione. Sono figlia unica, ho perso presto i genitori e ho pensato: se mi ammalo voglio vada tutto a lui, che è la persona che più amo. Così, siamo andati in un convento di Como, dai frati francescani perché il nostro santo è Francesco, un animalista, e abbiamo regolarizzato”.
La Rettore, classe 1955, conclude l’intervista parlando della morte, con grande serenità: “A me piacerebbe andarmene in una notte che non mi sveglio al mattino, una sera che ho lasciato tutto a posto”.