Le donne tendono a sopravvivere agli uomini in condizioni estreme: carestie, epidemie e persino la schiavitù. Questo non è solo un dato culturale o sociale, ma una realtà biologica osservata nel corso della storia e confermata da numerosi studi recenti. Le scoperte scientifiche degli ultimi anni stanno svelando come la fisiologia femminile sia predisposta alla longevità e a una maggiore resistenza fisica e immunitaria.
Sopravvivenza estrema: il vantaggio femminile è storico
Secondo una ricerca pubblicata su PNAS nel 2018 dalla demografa Virginia Zarulli, le donne hanno mostrato tassi di sopravvivenza più alti rispetto agli uomini in sette popolazioni storiche colpite da eventi estremi: carestie in Irlanda e Ucraina, epidemie in Islanda e condizioni di schiavitù a Trinidad. In tutte queste circostanze, anche le neonate avevano un tasso di sopravvivenza superiore ai neonati maschi, suggerendo un’origine biologica del fenomeno.
Anche oggi, spiega Zarulli, gli uomini hanno tassi di mortalità più elevati a quasi tutte le età. Questo vantaggio femminile rimane costante anche in contesti in cui l’accesso a cibo e cure mediche è inferiore per le donne.
Genetica, ormoni e intestino: i segreti della forza femminile
Uno dei fattori chiave è il cromosoma X, molto più ricco di geni rispetto al cromosoma Y. Le donne, avendone due, dispongono di una maggiore varietà genetica, soprattutto per quanto riguarda il sistema immunitario. Come ha spiegato la biologa evoluzionista Sharon Moalem nel suo libro The Better Half, questo patrimonio genetico consente una risposta più flessibile e potente alle mutazioni virali e batteriche.
Gli estrogeni rafforzano ulteriormente le difese, potenziando cellule immunitarie come neutrofili e cellule B. Questo si traduce in una risposta vaccinale più efficace, maggiore memoria immunitaria e resistenza a malattie come la sepsi. Tuttavia, un sistema così attivo ha un prezzo: le donne sono più soggette a patologie autoimmuni.
Un altro elemento sorprendente emerso da una ricerca del 2023, pubblicata su PeerJ e condotta dalla North Carolina State University, è la lunghezza dell’intestino tenue: nelle donne è significativamente maggiore, consentendo un assorbimento più efficiente di nutrienti fondamentali, specialmente durante gravidanza e allattamento. Questo supporta la Female Buffering Hypothesis, l’idea che il corpo femminile si sia evoluto per resistere meglio allo stress ambientale.
Conclusione
La scienza conferma ciò che l’esperienza umana ha sempre suggerito: il corpo femminile è progettato per durare e adattarsi. Capire queste differenze non è solo affascinante, ma anche essenziale per sviluppare una medicina più precisa ed equa.
Per approfondire:
- PNAS – Female survival advantage in historical populations
- PeerJ – Female intestinal morphology
- World Health Organization – Gender and health
Mi occupo di fornire agli utenti delle news sempre aggiornate, dal gossip al mondo tech, passando per la cronaca e le notizie di salute. I contenuti sono, in alcuni casi, scritti da più autori contemporaneamente vengono pubblicati su Veb.it a firma della redazione.