Il Codacons chiede vigilanza e attenzione per gli anziani nella emergenza caldo.
Caronte ormai imperversa. L’anticiclone africano, quella possente bolla di calore che stazioni ormai da giorni sulle nostre regioni, ha prodotto danni notevolissimi, sia di natura ambientale sia economica. E forse ne produrrà ancora per qualche giorno prima dell’arrivo di temperatura più fresche.
I problemi degli incendi e della siccità quest’anno registrano dei picchi di inusitata virulenza. Ettari ed ettari di terreni colti e incolti che bruciano nelle più svariate Regioni d’Italia, hanno rischiato di mandare in tilt tutto il nostro sistema di protezione civile.
E la mancanza di piogge ormai da alcuni mesi, ha completato l’opera dando luogo a una siccità notevole, solo parzialmente compensata al nord dalle recenti piogge.
Ma per il resto? Che cos’altro produce di negativo l’infernale Caronte? Ovviamente i riflessi sulla salute della gente sono molti e rimarchevoli.
Come si suol dire, in questi casi sono particolarmente a rischio le fasce più deboli della popolazione, come bambini, malati e anziani.
Queste due ultime categorie, purtroppo, sono spesso coincidenti. Oltre una certa età, le malattie aumentano, specialmente quelle a carattere cronico, e le complicanze delle patologie tendono a essere più significative proprio nelle persone di una certa età.
Ragion per cui il target principale del sistema sanitario dovrebbe essere, in condizioni climatiche molto disagevoli, in primis proprio l’anziano.
Anche il Codacons chiede in questo senso interventi più mirati e forti, al fine di alleviare i disagi. L’organizzazione parla di estendere l’attuale sistema di protezione e di allarme non solo alle attuali 27 città previste, ma a tutti i capoluoghi di Provincia.
Contemporaneamente il Codacons chiede anche un coinvolgimento più diretto dei medici di base. All’Associazione dicono: “Il vero problema è che non basta attivare i numeri verdi, comunicare le previsioni del tempo o riciclare i vecchi e arcinoti opuscoli sul caldo. Gli Enti nazionali e locali devono attivarsi per tutelare le fasce di popolazione a rischio”.
“ Le Anagrafi della suscettibilità, che dovrebbero censire le persone più sensibili all’aumento delle temperature, andrebbero fatte in tutti i Comuni e, per non essere un elenco troppo generico e vasto, con un maggior coinvolgimento dei medici di base”.
In buona sostanza per l’Associazione, nel caso di bollino rosso e di allerta ai massimi livelli, i medici di famiglia dovrebbero svolgere un ruolo attivo, e se del caso andare a visitare i pazienti a domicilio, pur se non chiamati. Vi sarebbero così un primo filtro e una importante scrematura rispetto alle chiamate al 118.