Un tribunale del lavoro ha condannato una donna che ha operato una cancellazione di una collega su Facebook.
Fra le stranezze del mondo del lavoro, e della rete, esistono anche queste. Anche perché è all’ordine del giorno accettare e togliere amicizie da parte di ognuno di noi sul social più famoso e frequentato del mondo. Ci mancherebbe.
E invece no. Il giudice del tribunale del lavoro australiano non la pensa così, dal momento che ha considerato la cancellazione una sorta di persecuzione da ufficio.
Il fattaccio? La signora Lisa Bird, dirigente di una famosa agenzia immobiliare, secondo il tribunale australiano “ha mostrato una mancanza di maturità emotiva indicativa di un comportamento irragionevole”.
Sentenza molto inglese, a quanto pare. Ma gli Australiani vengono in fondo da là. Comunque la signora vittima della Bird si era lamentata col titolare, marito della Bird, che gli immobili nell’ambito del lavoro a lei assegnati non fossero adeguatamente pubblicizzati per colpa della terribile lady Bird.
E siccome la Bird ha accusato la vittima di “comportarsi come una scolaretta che corre dal maestro”, con tanto di cancellazione fra i propri amici da Facebook, il tribunale, che non aveva meglio da fare quel giorno, ha condannato la Bird.