Flashbulb memories quando i traumi ci condizionano

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I ricordi fanno parte della nostra vita, a volte sono forse la parte più bella del nostro percorso, a volte invece restano indelebili perchè ci riportano ad eventi e anche traumi vissuti, un periodo negativo della nostra vita, la perdita di un caro, ogni singolo ricordo è come un frammento legato ad un avvenimento, poi può essere più vivido o più confuso per il passare degli anni, ma di certo i ricordi fanno parte della nostra vita.

Il ricordo è spesso anche legato ad un elemento particolare (colore, odore, sapore, suono, immagine, movimento, persona, etc…) al quale la mente si “aggrappa” per ricostruire l’ambiente e il contesto che hanno caratterizzato una determinata situazione.

I nostri ricordi non sono statici e le esperienze recenti e passate sono costantemente processate, destrutturate e ristrutturate in accordo con le nuove esperienze, e sono influenzate dalle situazioni e dal contesto di cui sono parte, nel momento in cui stiamo richiamando alla memoria e raccontando un evento ricordato.

Esistono ricordi belli, che “ricordiamo” sempre con piacere, e ricordi talmente duri che è difficile e doloroso richiamare alla mente.

Esistono, tra questi ultimi, diverse forme di esperienze potenzialmente traumatiche a cui può andare incontro una persona nel corso della vita.

Flashbulb memories quanto ci condizionano i traumi passati

Flashbulb memories quanto ci condizionano i traumi passati

Esistono i “piccoli traumi” o “t”, ovvero quelle esperienze soggettivamente disturbanti che sono caratterizzate da una percezione di pericolo non particolarmente intensa. Si possono includere in questa categoria eventi come un’umiliazione subita o delle interazioni brusche con delle persone significative durante l’infanzia.

Ma esistono anche i traumi T, ovvero tutti quegli eventi che portano alla morte o che minacciano l’integrità fisica propria o delle persone care. A questa categoria appartengono eventi di grande portata, come ad esempio disastri naturali, abusi ed incidenti.

Soprattutto per quanto riguarda quest’ultima categoria, attualmente, sono in molti ad accettare l’idea che i ricordi di avvenimenti traumatici possano essere rimossi dalla coscienza per un istinto di autoconservazione e questo stesso meccanismo di rimozione, secondo Freud, era alla base della perdita dei ricordi dei primi anni di vita.

Chiamati in inglese flashbulb memories, sono ricordi vividi, dettagliati e persistenti delle circostanze di apprendimento di un evento significativo e a forte carica emotiva.

Ma come ci condizionano anche a distanza di molti anni?

In psicotraumatologia è popolare affermare che «il trauma non viene ricordato, ma rivissuto». Nel momento in cui il ricordo si affaccerà alla memoria, sarà il corpo a reagire per primo, «alterandosi» in senso difensivo e preparandosi ad un’eventuale risposta. Il cuore accelera, il respiro si accorcia, la circolazione del sangue cambia –sentiamo gli arti freddi, etc.

Rivivere il trauma significa ri-sperimentare in definitiva quello che vivemmo all’epoca, senza che il tempo lo abbia intaccato.

Per questo si dice che spesso il trauma segna un prima e un dopo: diviene uno spartiacque tra due stili di vita diversi. Il trauma è un momento in cui il nostro corpo vorrebbe agire, ma è impossibilitato a farlo. Si traduce in una immobilizzazione.

Gli indizi che ci rammentano del nostro trauma vengono chiamati trigger. Col tempo , l’evitare i trigger e affrontare lo stress post-traumatico conduce ad un cambiamento sostanziale dello stile di vita e limita la libertà individuale.

A tal proposito, per superare lo stress post traumatico è consigliabile la pratica chiamata sensory-motor, una psicoterapia fondata sui metodi della CBT accompagnata dallo sport per sciogliere il corpo.

Anche l’attività motoria, inoltre, praticata con costanza permetterà al corpo di divincolarsi sfuggendo da ciò che lo immobilizza.

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