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Come si riesce a gestire lo stress sul lavoro

Angela Gemito Set 24, 2025

Lo stress da lavoro correlato non è più un problema da nascondere sotto il tappeto. È una realtà tangibile che mina la sicurezza, la salute dei lavoratori e la produttività delle aziende. Affrontarlo non è solo una questione di benessere individuale, ma un obbligo di legge preciso che ricade sul datore di lavoro. Gestire lo stress sul lavoro è una componente fondamentale della sicurezza aziendale, con impatti diretti sulla salute fisica e mentale delle persone.

Secondo l’Agenzia europea per la sicurezza e la salute sul lavoro (EU-OSHA), i rischi psicosociali e lo stress rappresentano una delle sfide principali in materia di salute e sicurezza sul lavoro, con costi economici che in Europa ammontano a miliardi di euro ogni anno, principalmente a causa della perdita di produttività e dell’assenteismo. In Italia, i dati confermano la serietà del fenomeno.

Gestire lo Stress sul Lavoro

Un’analisi di Unobravo su un campione di oltre 82.000 persone rivela che la fascia d’età più colpita dallo stress lavorativo è quella tra i 25 e i 34 anni. L’INAIL (Istituto Nazionale per l’Assicurazione contro gli Infortuni sul Lavoro) indennizza ogni anno migliaia di casi di malattie psichiche e fisiche direttamente riconducibili a condizioni di lavoro stressanti.

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Ma quali sono le cause scatenanti e, soprattutto, come si può intervenire concretamente?

Le Radici dello Stress in Ufficio e in Fabbrica

Identificare le fonti di stress è il primo passo per poterle neutralizzare. Le cause più comuni non risiedono quasi mai nella singola persona, ma nell’organizzazione del lavoro. Tra i fattori di rischio più diffusi troviamo:

  • Carichi di lavoro eccessivi: scadenze irrealistiche, ritmi pressanti e una mole di compiti insostenibile sono tra i principali colpevoli.
  • Mancanza di controllo: sentirsi semplici esecutori, senza alcuna autonomia decisionale sul proprio lavoro, genera frustrazione e impotenza.
  • Comunicazione inefficace: una scarsa circolazione delle informazioni, ambiguità sui ruoli e obiettivi non definiti creano un clima di incertezza e tensione.
  • Conflitti interpersonali: rapporti difficili con colleghi o superiori, molestie o un ambiente di lavoro privo di supporto sociale possono essere devastanti.
  • Precarietà e insicurezza: la paura di perdere il posto di lavoro o la mancanza di prospettive di carriera sono potenti agenti stressogeni.

Strategie Aziendali: Non un Costo, ma un Investimento

L’inerzia non è un’opzione. Il Decreto Legislativo 81/2008 (Testo Unico sulla Sicurezza sul Lavoro) parla chiaro: la valutazione del rischio da stress lavoro-correlato è un obbligo per ogni datore di lavoro. Questa valutazione non è un semplice adempimento burocratico, ma deve seguire un percorso metodologico preciso, come indicato dalle linee guida dell’INAIL. Il processo si articola in più fasi: una valutazione preliminare, che analizza indicatori oggettivi come tassi di infortunio, assenteismo e turnover, e, se necessario, una valutazione approfondita che coinvolge direttamente i lavoratori nella percezione dei rischi.

Una volta identificati i problemi, le aziende devono mettere in campo azioni correttive concrete. Le strategie più efficaci per la gestione dello stress sul lavoro a livello organizzativo includono:

  • Riorganizzazione dei compiti: definire chiaramente ruoli e responsabilità, assicurare che i carichi di lavoro siano equi e fornire ai lavoratori gli strumenti adeguati.
  • Miglioramento della comunicazione: promuovere una comunicazione trasparente, incoraggiare il feedback e organizzare momenti di confronto periodici.
  • Sviluppo dell’autonomia: coinvolgere i dipendenti nei processi decisionali che li riguardano, aumentando il loro senso di controllo e di appartenenza.
  • Formazione mirata: offrire corsi ai manager per riconoscere e gestire i segnali di stress nei loro team e ai lavoratori per sviluppare la resilienza e le capacità di coping.
  • Promozione del benessere: creare un ambiente di lavoro supportivo, introdurre orari flessibili dove possibile, e offrire programmi di supporto psicologico o sportelli d’ascolto.

Come afferma l’EU-OSHA, “Un ambiente di lavoro sano e sicuro è un diritto fondamentale”. Investire nel benessere psicofisico dei dipendenti non solo riduce i costi legati ad assenteismo e infortuni, ma migliora il clima aziendale e la produttività generale.

Cosa Può Fare il Singolo Lavoratore

Anche il lavoratore può adottare delle strategie per proteggersi e gestire meglio la pressione. Prendersi cura di sé è il primo passo per costruire la propria resilienza allo stress. Alcune tecniche pratiche includono:

  • Imparare a riconoscere i segnali: ascoltare il proprio corpo e la propria mente, riconoscendo sintomi come mal di testa, irritabilità, insonnia o difficoltà di concentrazione.
  • Gestire il tempo e le priorità: organizzare la giornata lavorativa stabilendo delle priorità chiare e realistiche, evitando il multitasking eccessivo.
  • Ritagliarsi delle pause: fare brevi pause durante la giornata per staccare la spina, fare due passi o praticare qualche esercizio di respirazione profonda aiuta a ricaricare le energie.
  • Mantenere uno stile di vita sano: un’alimentazione equilibrata, un’attività fisica regolare e un sonno di qualità sono pilastri fondamentali per la gestione dello stress.
  • Stabilire dei confini: imparare a dire “no” quando il carico di lavoro è eccessivo e a separare nettamente il tempo del lavoro da quello della vita privata.

Affrontare lo stress sul lavoro richiede un approccio sinergico, dove l’azienda si fa carico delle sue responsabilità organizzative e il lavoratore acquisisce gli strumenti per gestire la pressione in modo sano. Solo così la sicurezza sul lavoro diventa una cultura condivisa e il benessere una realtà per tutti.


Domande Frequenti (FAQ)

Cosa si intende esattamente per stress da lavoro correlato? Lo stress da lavoro correlato è una condizione che si manifesta quando le richieste lavorative superano le capacità del lavoratore di farvi fronte. Non è una malattia, ma una reazione psicofisica prolungata a fattori organizzativi e gestionali che possono portare a disturbi della salute fisica e psicologica.

La valutazione del rischio stress è sempre obbligatoria in azienda? Sì, secondo l’articolo 28 del D.Lgs. 81/2008, la valutazione di tutti i rischi per la salute e la sicurezza, incluso quello da stress lavoro-correlato, è un obbligo non delegabile del datore di lavoro. L’omessa valutazione comporta sanzioni penali e amministrative significative.

Qual è il ruolo del Medico Competente nella gestione dello stress? Il Medico Competente partecipa attivamente al processo di valutazione del rischio, collaborando con il datore di lavoro e l’RSPP. Attraverso la sorveglianza sanitaria, può individuare precocemente i segnali di stress nei lavoratori e suggerire misure correttive o percorsi di supporto individuali e collettivi.

Cosa posso fare se sento che il mio lavoro è troppo stressante? È importante parlarne. Il primo passo può essere confrontarsi con il proprio superiore, con il Rappresentante dei Lavoratori per la Sicurezza (RLS) o con il Medico Competente. Se presenti, si possono utilizzare gli sportelli di ascolto aziendali. Mantenere uno stile di vita sano e praticare tecniche di rilassamento può aiutare a gestire i sintomi.

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Angela Gemito

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Curiosa per natura e appassionata di tutto ciò che è nuovo, Angela Gemito naviga tra le ultime notizie, le tendenze tecnologiche e le curiosità più affascinanti per offrirtele su questo sito. Preparati a scoprire il mondo con occhi nuovi, un articolo alla volta!

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