Lo stress da lavoro correlato non è più un problema da nascondere sotto il tappeto. È una realtà tangibile che mina la sicurezza, la salute dei lavoratori e la produttività delle aziende. Affrontarlo non è solo una questione di benessere individuale, ma un obbligo di legge preciso che ricade sul datore di lavoro. Gestire lo stress sul lavoro è una componente fondamentale della sicurezza aziendale, con impatti diretti sulla salute fisica e mentale delle persone.
Secondo l’Agenzia europea per la sicurezza e la salute sul lavoro (EU-OSHA), i rischi psicosociali e lo stress rappresentano una delle sfide principali in materia di salute e sicurezza sul lavoro, con costi economici che in Europa ammontano a miliardi di euro ogni anno, principalmente a causa della perdita di produttività e dell’assenteismo. In Italia, i dati confermano la serietà del fenomeno.

Un’analisi di Unobravo su un campione di oltre 82.000 persone rivela che la fascia d’età più colpita dallo stress lavorativo è quella tra i 25 e i 34 anni. L’INAIL (Istituto Nazionale per l’Assicurazione contro gli Infortuni sul Lavoro) indennizza ogni anno migliaia di casi di malattie psichiche e fisiche direttamente riconducibili a condizioni di lavoro stressanti.
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Ma quali sono le cause scatenanti e, soprattutto, come si può intervenire concretamente?
Le Radici dello Stress in Ufficio e in Fabbrica
Identificare le fonti di stress è il primo passo per poterle neutralizzare. Le cause più comuni non risiedono quasi mai nella singola persona, ma nell’organizzazione del lavoro. Tra i fattori di rischio più diffusi troviamo:
- Carichi di lavoro eccessivi: scadenze irrealistiche, ritmi pressanti e una mole di compiti insostenibile sono tra i principali colpevoli.
- Mancanza di controllo: sentirsi semplici esecutori, senza alcuna autonomia decisionale sul proprio lavoro, genera frustrazione e impotenza.
- Comunicazione inefficace: una scarsa circolazione delle informazioni, ambiguità sui ruoli e obiettivi non definiti creano un clima di incertezza e tensione.
- Conflitti interpersonali: rapporti difficili con colleghi o superiori, molestie o un ambiente di lavoro privo di supporto sociale possono essere devastanti.
- Precarietà e insicurezza: la paura di perdere il posto di lavoro o la mancanza di prospettive di carriera sono potenti agenti stressogeni.
Strategie Aziendali: Non un Costo, ma un Investimento
L’inerzia non è un’opzione. Il Decreto Legislativo 81/2008 (Testo Unico sulla Sicurezza sul Lavoro) parla chiaro: la valutazione del rischio da stress lavoro-correlato è un obbligo per ogni datore di lavoro. Questa valutazione non è un semplice adempimento burocratico, ma deve seguire un percorso metodologico preciso, come indicato dalle linee guida dell’INAIL. Il processo si articola in più fasi: una valutazione preliminare, che analizza indicatori oggettivi come tassi di infortunio, assenteismo e turnover, e, se necessario, una valutazione approfondita che coinvolge direttamente i lavoratori nella percezione dei rischi.
Una volta identificati i problemi, le aziende devono mettere in campo azioni correttive concrete. Le strategie più efficaci per la gestione dello stress sul lavoro a livello organizzativo includono:
- Riorganizzazione dei compiti: definire chiaramente ruoli e responsabilità, assicurare che i carichi di lavoro siano equi e fornire ai lavoratori gli strumenti adeguati.
- Miglioramento della comunicazione: promuovere una comunicazione trasparente, incoraggiare il feedback e organizzare momenti di confronto periodici.
- Sviluppo dell’autonomia: coinvolgere i dipendenti nei processi decisionali che li riguardano, aumentando il loro senso di controllo e di appartenenza.
- Formazione mirata: offrire corsi ai manager per riconoscere e gestire i segnali di stress nei loro team e ai lavoratori per sviluppare la resilienza e le capacità di coping.
- Promozione del benessere: creare un ambiente di lavoro supportivo, introdurre orari flessibili dove possibile, e offrire programmi di supporto psicologico o sportelli d’ascolto.
Come afferma l’EU-OSHA, “Un ambiente di lavoro sano e sicuro è un diritto fondamentale”. Investire nel benessere psicofisico dei dipendenti non solo riduce i costi legati ad assenteismo e infortuni, ma migliora il clima aziendale e la produttività generale.
Cosa Può Fare il Singolo Lavoratore
Anche il lavoratore può adottare delle strategie per proteggersi e gestire meglio la pressione. Prendersi cura di sé è il primo passo per costruire la propria resilienza allo stress. Alcune tecniche pratiche includono:
- Imparare a riconoscere i segnali: ascoltare il proprio corpo e la propria mente, riconoscendo sintomi come mal di testa, irritabilità, insonnia o difficoltà di concentrazione.
- Gestire il tempo e le priorità: organizzare la giornata lavorativa stabilendo delle priorità chiare e realistiche, evitando il multitasking eccessivo.
- Ritagliarsi delle pause: fare brevi pause durante la giornata per staccare la spina, fare due passi o praticare qualche esercizio di respirazione profonda aiuta a ricaricare le energie.
- Mantenere uno stile di vita sano: un’alimentazione equilibrata, un’attività fisica regolare e un sonno di qualità sono pilastri fondamentali per la gestione dello stress.
- Stabilire dei confini: imparare a dire “no” quando il carico di lavoro è eccessivo e a separare nettamente il tempo del lavoro da quello della vita privata.
Affrontare lo stress sul lavoro richiede un approccio sinergico, dove l’azienda si fa carico delle sue responsabilità organizzative e il lavoratore acquisisce gli strumenti per gestire la pressione in modo sano. Solo così la sicurezza sul lavoro diventa una cultura condivisa e il benessere una realtà per tutti.
Domande Frequenti (FAQ)
Cosa si intende esattamente per stress da lavoro correlato? Lo stress da lavoro correlato è una condizione che si manifesta quando le richieste lavorative superano le capacità del lavoratore di farvi fronte. Non è una malattia, ma una reazione psicofisica prolungata a fattori organizzativi e gestionali che possono portare a disturbi della salute fisica e psicologica.
La valutazione del rischio stress è sempre obbligatoria in azienda? Sì, secondo l’articolo 28 del D.Lgs. 81/2008, la valutazione di tutti i rischi per la salute e la sicurezza, incluso quello da stress lavoro-correlato, è un obbligo non delegabile del datore di lavoro. L’omessa valutazione comporta sanzioni penali e amministrative significative.
Qual è il ruolo del Medico Competente nella gestione dello stress? Il Medico Competente partecipa attivamente al processo di valutazione del rischio, collaborando con il datore di lavoro e l’RSPP. Attraverso la sorveglianza sanitaria, può individuare precocemente i segnali di stress nei lavoratori e suggerire misure correttive o percorsi di supporto individuali e collettivi.
Cosa posso fare se sento che il mio lavoro è troppo stressante? È importante parlarne. Il primo passo può essere confrontarsi con il proprio superiore, con il Rappresentante dei Lavoratori per la Sicurezza (RLS) o con il Medico Competente. Se presenti, si possono utilizzare gli sportelli di ascolto aziendali. Mantenere uno stile di vita sano e praticare tecniche di rilassamento può aiutare a gestire i sintomi.
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