Gianni Boncompagni è morto, con lui il mondo dello spettacolo perde un grande artista: addio al genio che rivoluzionò la radio e le regole dello spettacolo.
Era il 1970 quando sul secondo programma radiofonico della RAI si ascoltò per la prima volta programma che rivoluzionò il modo di fare la radio.
Con questo programma Gianni Boncompagni, Renzo Arbore, Giorgio Bracardi e Mario Marenco, inaugurarono uno stile nuovo: quello della chiacchiera radiofonica libera, divagatoria, scanzonata, trasgressiva, giovanilistica.
Chi era poco più di adolescente in quegli anni, potrà ricordare come nel giro di pochi mesi la trasmissione di Boncompagni e Arbore diventò un appuntamento imperdibile.
Si tornava da scuola di corsa per non perdere nemmeno una battuta della trasmissione.
Oggi, il compagno di mille avventure radiofoniche e televisive, Renzo Arbore, lo ricorda così: “La nostra amicizia è nata quando avevamo all’incirca 25 anni. Un’amicizia non conclusa ora che eravamo più vicini agli Ottanta che ai Settanta, come diceva sempre lui con il suo straordinario spirito toscano. Per me è stata un’amicizia provvidenziale, spero lo sia stato anche per lui”.
Ad annunciare la morte di Gianni Boncompagni, avvenuta a Roma, le figlie Claudia, Paola e Barbara: “Dopo una lunga vita fortunata, circondato dalla famiglia e dagli amici se n’è andato papà, uomo dai molti talenti e padre indimenticabile.
Boncompagni aveva 84 anni. Gli amici potranno dare l’ultimo saluto al poliedrico artista martedì 18 aprile alle ore 12.
La camera ardente per Gianni Boncompagni sarà allestita nella sede Rai di Via Asiago 10, Roma.