La narrazione dell’antica civiltà egiziana è intrisa di enigmi, tra cui spicca il conflitto con i misteriosi “popoli del mare“. Questi enigmatici guerrieri sembrano aver attaccato l’Egitto, devastando abitazioni e popolazione nel cuore di Cairo, come riportato dal Daily Star.

Fonti storiche, tra cui testi e illustrazioni egizie, indicano che i “popoli del mare” provenivano dal Medio Oriente e furono protagonisti nel XIII secolo a.C. Nonostante la quasi totale distruzione dei documenti di quell’epoca, le ricerche di Wilhelm Max Müller hanno permesso di delineare meglio questo periodo cruciale della storia egiziana.
Si ritiene che i “popoli del mare” fossero marinai e pirati greci che si insediarono lungo la costa sud-occidentale egizia, con attacchi documentati tra il 1200 e il 900 a.C. Il famoso faraone Ramesse II affrontò direttamente questi nemici, commemorando la battaglia in una poesia quasi perduta.
Stando alla storia globale, Ramesse II riuscì a respingere un’incursione dei “popoli del mare” in Egitto, lasciando avvicinare le loro navi da guerra al Nilo prima di attaccare. Questo confronto memorabile è stato immortalato in antichi manoscritti e stele nei templi di Abydos, Karnak, Abu Simbel e Luxor.
Tuttavia, l’ultima resistenza dei “popoli del mare” fu vanificata sotto il regno di Ramesse III. Il loro ultimo membro fu sconfitto e catturato nel 1178 a.C. a Kois. L’esercito egiziano non solo trionfò sui “popoli del mare”, ma ridusse in schiavitù i sopravvissuti. Si suppone che i superstiti dei Popoli del Mare si siano insediati nell’area dell’odierna Palestina.
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