Gli scienziati creano un dispositivo per ripristinare i ricordi

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Un dispositivo creato da un gruppo di scienziati è in grado di ripristinare i ricordi perduti nella nostra mente.

Gli scienziati creano un dispositivo per ripristinare i ricordi
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Il dispositivo è costituito da elettrodi che vengono inseriti nel cervello e imitano la funzione dell’ippocampo.

Quelle che sono state definite “protesi di memoria“, sembrano migliorare la codifica della memoria due volte più efficiente nelle persone con scarsa memoria.

Recuperare i ricordi di persone che soffrono di perdita di memoria a causa di alcune malattie neurodegenerative, come il morbo di Alzheimer, potrebbe un giorno diventare una realtà. I risultati di questo studio sono pubblicati sulla rivista Frontiers in Human Neuroscience, così come riporta il portale esoreiter.ru.

Un elettrodo viene impiantato nel cervello e imita ciò che l’ippocampo fa naturalmente, secondo un nuovo studio.

Quest’area del cervello svolge un ruolo cruciale nella memoria, in quanto non solo ci aiuta a creare ricordi a breve termine, ma sembra anche incanalarli in altre aree del sistema nervoso centrale per la conservazione a lungo termine.

È più probabile che le protesi di memoria funzionino nelle persone con problemi di memoria e ancora più efficaci nelle persone con scarsa memoria.

Versioni più avanzate di “protesi della memoria” aiuteranno i malati di Alzheimer o coloro che soffrono di perdita di memoria a causa di lesioni cerebrali traumatiche.

Per più di un decennio, un team di scienziati ha condotto ricerche per imparare ad imitare il processo di memorizzazione.

La loro idea è di utilizzare elettrodi cerebrali per comprendere i modelli di attività elettrica che si verificano durante la codifica dei ricordi e quindi utilizzare quegli stessi elettrodi per attivare schemi di attività simili.

I ricercatori hanno testato l’invenzione su animali e su alcune persone a cui era già stato impiantato un dispositivo per curare l’epilessia.

Gli scienziati hanno testato con successo due versioni della protesi di memoria su 24 pazienti epilettici a cui erano già stati impiantati elettrodi nel cervello. Alcune di queste persone avevano anche lesioni cerebrali traumatiche.

La prima versione, chiamata Memory Decoding Model o MDM, imita i modelli di attività elettrica che si verificano naturalmente nell’ippocampo quando un volontario forma dei ricordi. Il modello MDM prende la media di questi modelli da ciascun individuo e quindi esegue quel modello di stimolazione elettrica.

La seconda versione si chiama MIMO, che imita meglio l’ippocampo. In un ippocampo sano, l’attività elettrica scorre da uno strato all’altro prima di diffondersi ad altre aree del cervello. Il modello MIMO si basa sullo studio dei circuiti elettrici di ingresso e uscita che corrispondono alla codifica della memoria, per poi simularli.

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