Oggi la sicurezza domestica passa attraverso videocamere intelligenti e sistemi di sorveglianza connessi a internet, pochi immaginano che la loro privacy possa essere violata con un semplice click. Eppure, esiste un sito chiamato InseCam, facilmente accessibile dal web tradizionale, che trasmette in diretta migliaia di flussi video di telecamere non protette provenienti da tutto il mondo. Alcune di queste si trovano all’interno delle abitazioni private.

Descritto da molti come “uno dei siti più inquietanti di Internet”, InseCam è salito agli onori della cronaca già nel 2014, quando il Washington Post e HuffPost ne denunciarono pubblicamente i rischi. Non si tratta di un portale del dark web, ma di una piattaforma visibile a chiunque abbia una connessione internet.
Telecamere domestiche a rischio: una violazione silenziosa
Il funzionamento di InseCam è tanto semplice quanto allarmante: raccoglie i flussi di telecamere IP che utilizzano ancora le credenziali predefinite di fabbrica – un errore banale ma comune tra gli utenti. Secondo uno studio pubblicato dalla Norton LifeLock, una delle minacce principali alla cybersicurezza domestica è proprio la mancata personalizzazione delle password nei dispositivi smart.
Il sito consente agli utenti di navigare per paese e visualizzare in tempo reale ciò che accade in uffici, garage, negozi e, tragicamente, anche in abitazioni private: soggiorni, cucine, persino camere da letto. Sebbene InseCam dichiari di non pubblicare intenzionalmente video da ambienti privati, le immagini parlano chiaro. Chiunque può diventare, inconsapevolmente, oggetto di sorveglianza non autorizzata.
Quando tutto è iniziato: il caso virale
Nel 2018, una madre ha scoperto accidentalmente InseCam mentre cercava immagini satellitari per pianificare una vacanza. Sconvolta nel vedere scene di vita privata trasmesse in diretta, ha deciso di lanciare un appello su Facebook. Il caso è diventato virale, sollevando interrogativi inquietanti sull’uso delle tecnologie smart e sulla vulnerabilità digitale.
Lo YouTuber Visual Venture, specializzato in contenuti tech, ha analizzato il fenomeno sottolineando che la vera falla di sicurezza è l’utente stesso: la maggior parte delle telecamere accessibili tramite InseCam appartiene a persone che non hanno modificato le password preimpostate dopo l’installazione.
Cosa fare per proteggersi
Secondo la Cybersecurity & Infrastructure Security Agency (CISA), il modo più efficace per proteggere i dispositivi smart è:
- Cambiare immediatamente la password di default;
- Aggiornare regolarmente il firmware del dispositivo;
- Disabilitare l’accesso remoto se non strettamente necessario;
- Usare una rete Wi-Fi protetta e segmentata.
Inoltre, è possibile segnalare a InseCam la rimozione del proprio flusso video inviando un’email all’indirizzo indicato sul sito stesso. Ma prevenire è sempre meglio che curare: una password robusta può fare la differenza tra sicurezza e violazione della privacy.
Il creatore di InseCam: “Non mi pento”
In un’intervista rilasciata all’HuffPost, il fondatore di InseCam ha affermato di non provare rimorso per aver creato il sito, pur ammettendo di essere “dispiaciuto” per aver invaso la privacy di migliaia di persone. A suo dire, l’intento era quello di sensibilizzare l’opinione pubblica sull’importanza della sicurezza informatica, ma resta il fatto che il sito rappresenta una delle forme più subdole di violazione digitale degli ultimi anni.