Il famoso buco dell’ozono si sta richiudendo?
Nel 1987 il Protocollo di Montreal certificò che lo stato di ozono presente nell’atmosfera andava assottigliandosi sempre più a causa della concentrazione di elementi inquinanti nell’atmosfera, in particolare la CO2.
La fascia dell’ozono si trova all’incirca tra i 20 e i 30 Km di altezza sulla superficie terrestre.
Questo gas è particolarmente importante perché filtra in maniera significativa i raggi ultravioletti provenienti dal sole.
L’assottigliamento della fascia provoca alcune conseguenze, potendo i raggi ultravioletti colpire con maggiore forza l’epidermide umana.
Non solo, il mancato parziale filtraggio determina un’immissione di energia comunque superiore proveniente dalla nostra stella, consentendo un riscaldamento maggiore delle zone prossime alla superficie terrestre.
In base a degli studi operati da un gruppo di ricercatori del Mit, il prestigioso Massachussets Intitute of Technology, l’assottigliamento dello stato di ozono avrebbe cominciato a invertire la propria rotta e si sarebbe innescato un trend positivo.
Perciò, se la tendenza a diminuire le immissioni nocive nell’atmosfera continuerà, probabilmente sarà ripristinata una condizione di normalità entro il 2050.
Ma la domanda è: siamo sicuri che negli ultimi anni siano diminuite le immissioni di gas nocivi?
E siamo sicuri che l’ampiezza dello strato di ozono non dipenda fondamentalmente da altre cause, magari cicliche, come la stessa attività solare, facendone un fenomeno di tipo fisiologico? Agli scienziati l’ardua sentenza.