Negli ultimi anni, lo scontro ideologico tra conservatorismo e progressismo si è spostato in modo sempre più marcato sui social media, dove emergono nuove figure femminili che sfidano apertamente il femminismo moderno. Secondo diversi analisti politici e ricercatori, la destra americana avrebbe avviato una strategia mediatica ben precisa: utilizzare il linguaggio del benessere e dello stile di vita per promuovere un ritorno ai ruoli femminili tradizionali.

Una strategia sottile, che mira a colmare un divario generazionale e di genere sempre più evidente.
Il divario ideologico tra giovani uomini e donne
Studi condotti da istituzioni come il Pew Research Center e la Harvard Kennedy School confermano un dato chiaro: mentre i giovani uomini americani tendono a simpatizzare per idee conservatrici, le donne tra i 18 e i 30 anni si dichiarano in larga parte progressiste, con una differenza stimata fino al 30%. Un divario che ha avuto impatti diretti anche sulle elezioni presidenziali più recenti.
Questo squilibrio ha portato la macchina comunicativa dell’universo repubblicano – spesso vicino all’ex presidente Donald Trump – a modificare la propria narrazione per riconquistare l’attenzione femminile, in particolare quella delle donne giovani e culturalmente attive online.
Nasce la “donnasfera”: l’alternativa conservatrice al femminismo
Sull’esempio della “manosfera” – l’universo maschile online spesso vicino a contenuti misogini e ultra-conservatori – è emersa una sua controparte femminile: la “donnasfera”. Questo termine descrive una galassia di blog, podcast, canali YouTube e profili social che, pur non dichiarandosi apertamente politici, criticano il femminismo moderno e promuovono uno stile di vita centrato sulla famiglia, la maternità e il ruolo di “angelo del focolare”.
Un fenomeno ben rappresentato dalle influencer “tradwife” (abbreviazione di traditional wife), che esaltano il modello domestico degli anni ’50 americani. Figure come Nara Smith o Estee Williams – seguitissime su TikTok e Instagram – diffondono una visione romantica e nostalgica della donna casalinga e sottomessa, spesso accompagnata da estetiche curate e consigli su cucina, maternità e spiritualità domestica.
Quando il benessere diventa veicolo di propaganda
Ciò che rende queste figure così influenti è il fatto che non appaiono come politiche, ma come guru del benessere e dello stile di vita. Il linguaggio è quello dell’autocura, del ritorno alle radici e dell’autenticità femminile. Tuttavia, dietro questa patina “soft”, si celano spesso messaggi ideologici che rispecchiano i valori della destra populista: critica al femminismo, valorizzazione dei ruoli di genere, disprezzo per il “wokeness” e promozione della supremazia della famiglia tradizionale.
Un meccanismo simile a quello già visto nella manosfera, dove contenuti apparentemente innocui su fitness, dating o videogiochi vengono usati per veicolare messaggi conservatori, come dimostrato in una recente analisi del Southern Poverty Law Center.
“Femosfera”: tra critica al femminismo e strategie opportunistiche
Accanto alle “tradwife”, nella donnasfera emergono anche figure meno conservatrici ma comunque critiche verso il femminismo mainstream. Questa sotto-area, a volte definita “femosfera”, include influencer che promuovono una visione opportunistica del rapporto uomo-donna. Qui, il ruolo femminile non è più quello della madre amorevole, ma della donna che usa la sua femminilità per trarre vantaggio economico dagli uomini.
Queste figure, pur non allineandosi esplicitamente alla destra politica, condividono la stessa retorica antifemminista, contribuendo a rafforzare aspettative tradizionali sui ruoli di genere e a perpetuare dinamiche tossiche mascherate da empowerment.
Un ritorno agli anni ’50 è davvero possibile?
Sebbene l’estetica e la narrazione delle tradwife evochino i “gloriosi anni ’50”, la realtà sociale ed economica delle donne americane oggi è molto diversa. L’aumento del costo della vita, la precarietà del lavoro e la necessità di redditi familiari doppi rendono quasi impossibile un ritorno di massa alla casalinghità.
Come sottolineato dal Brookings Institution, il modello familiare tradizionale degli anni ‘50 era sostenuto da un’economia industriale in piena espansione e da forti politiche pubbliche. Oggi, invece, le dinamiche familiari sono molto più fluide e complesse, e un ritorno strutturale a quel passato appare poco realistico, se non per poche élite.
Conclusione
La nascita della donnasfera rappresenta un nuovo capitolo nella battaglia culturale americana: una risposta conservatrice all’emancipazione femminile, travestita da stile di vita. Attraverso l’influencer marketing, le estetiche curate e il linguaggio del benessere, la destra statunitense sta cercando di riconquistare il consenso femminile, puntando su un’immagine nostalgica e rassicurante della donna.
Ma tra storytelling e realtà sociale, la domanda resta aperta: davvero le donne di oggi sono pronte a tornare a un modello di famiglia anni ’50?
Fonti autorevoli:
- Pew Research Center – Public Trust in Government
- Southern Poverty Law Center – Report on the Manosphere
- Brookings Institution – The American Family Today
- Harvard Kennedy School – Gender and Ideology among Millennials
Mi occupo di fornire agli utenti delle news sempre aggiornate, dal gossip al mondo tech, passando per la cronaca e le notizie di salute. I contenuti sono, in alcuni casi, scritti da più autori contemporaneamente vengono pubblicati su Veb.it a firma della redazione.