Per affrontare il problema dell’inquinamento fecale sul Monte Everest, le autorità hanno introdotto una nuova regolamentazione che obbliga gli scalatori a portare con sé sacchetti appositi per la raccolta delle proprie deiezioni.
Questi sacchetti saranno verificati al rientro degli alpinisti al campo base per assicurarsi che vengano utilizzati correttamente, in risposta alle preoccupazioni che la cima del mondo stia diventando una discarica a cielo aperto. La misura è stata presa in considerazione dopo che la presenza di escrementi umani sulle rocce è diventata un problema serio, con segnalazioni di odori sgradevoli e malattie tra gli scalatori.
Mingma Sherpa, leader della comunità locale di Pasang Lhamu, ha espresso frustrazione per come le condizioni igieniche compromettano l’immagine dell’Everest, citando lamentele specifiche sull’odore e sulla salute.
Ogni scalatore produce in media 250 grammi di feci al giorno, e con soggiorni che possono durare fino a due settimane nei campi alti, la quantità di rifiuti si accumula rapidamente. Chhiring Sherpa, a capo di un’iniziativa per combattere l’inquinamento sull’Everest, ha annunciato che verranno forniti ai climber due sacchetti riutilizzabili più volte per gestire il problema.
Da segnalare, come riporta il DailyStar, un bambino britannico di due anni, Carter Dallas che ha fatto notizia diventando la persona più giovane a raggiungere il campo base dell’Everest, situato a 17.598 piedi sopra il livello del mare, il 25 ottobre in Nepal.
Insieme ai suoi genitori, provenienti da Glasgow e impegnati in un viaggio annuale attraverso l’Asia, Carter ha dimostrato una resistenza sorprendente all’altitudine, superando le prestazioni dei suoi genitori e potenzialmente stabilendo un nuovo record.
