Quante volte ci siamo sentiti augurare, o al contrario abbiamo augurato, “in bocca al lupo”?
Tante, tantissime: sono le più svariate le circostanze in cui si ha bisogno di sostegno, conforto, ed anche un pizzico di fortuna, ed è proprio in questo frangente che si usa la celeberrima frase.
Tantissime volte ci siamo sentiti rispondere “crepi”, riferito al lupo naturalmente, che viene identificato come una minaccia, da sconfiggere ed eliminare quindi.
Ma in realtà il significato è ben diverso ed il lupo non dovrebbe affatto morire.
Nello specifico, come spiegano gli etologi, il lupo non è quel simbolo del male che abbiamo imparato ad odiare fin dall’antichità, ma la sua bocca è uno dei luoghi più sicuri che esistono.
Per i suoi cuccioli almeno: quando infatti il lupo avverte un pericolo, tiene stretto nella bocca i suoi cuccioli, e li porta al sicuro, difendendoli da tutto e tutti.
Un’altra spiegazione possibile dell’augurio è legata ai commerci di Venezia, quando questa città era una fiorente Repubblica Marinara e le navi commerciali, di ritorno dalle loro spedizioni nel porto della Giudecca, registravano su una lavagna, chiamata “la bocca di lupo”, il loro arrivo e le merci riportati a casa.
Quindi dire “in bocca al lupo” equivaleva anche ad augurare buona navigazione e di tornare in porto carichi di merci.
Per entrambe le spiegazioni, comunque, la risposta giusta da dare è la stessa: non “crepi” bensì “grazie”.