Incontinenza urinaria, patologia da affrontare senza vergogna

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L’incontinenza urinaria, secondo la definizione più comune, è una involontaria perdita delle urine, che determina un peggioramento della qualità della vita. Questa condizione medica è frequente e quasi sempre è il risultato di una sottostante condizione medica curabile, ma che viene spesso sottostimata dai medici.

Il disturbo può derivare da una varietà di condizioni, che includono danni fisici, invecchiamento, tumori, infezioni del tratto urinario e disturbi neurologici. Alcune di queste cause comportano solo disagi temporanei e facilmente curabili, mentre altri problemi sono più gravi e persistenti.

Il disturbo è più comune nella popolazione femminile, sia per l’anatomia del tratto urinario, che per implicazioni ormonali. Diversi studi scientifici hanno riscontrato che la gravidanza e il parto possono aumentare il rischio d’incontinenza urinaria. In tali casi, si verifica un indebolimento dei muscoli e dei legamenti del pavimento pelvico, che causa una condizione chiamata ipermobilità uretrale.

Anche il prolasso dell’utero può causare incontinenza. Questa condizione si verifica in circa la metà di tutte le donne che hanno partorito.

Più in generale, poi, il processo di invecchiamento provoca un generale indebolimento dei muscoli dello sfintere uretrale e una diminuzione della capacità della vescica.

E per non lasciare da sole le donne, ma anche gli uomini che soffrono di questa patologia, è nato addirittura un ente che ha come obiettivo primario quello di attenuare quello che per molti diventa un vero disagio psicologico spesso aggravato dalla mancanza di informazioni puntuali e approfondite.

Incontinenza urinaria patologia da affrontare senza vergogna

Incontinenza urinaria patologia da affrontare senza vergogna

La “Fondazione italiana continenza” è un ente senza fini di lucro che ha l’obiettivo di contribuire a sensibilizzare i pubblici di riferimento sulle tematiche dell’incontinenza, una patologia che affligge milioni di persone, giovani e anziani, uomini e donne, che necessitano di informazioni e strumenti atti a comprendere la patologia stessa, combattere i pregiudizi che la circondano, contribuire ad alleviare il serio impatto psicologico sugli stessi pazienti e sui loro familiari.

Di fronte all’incontinenza urinaria, una donna su quattro chiede aiuto a un professionista e, di queste, meno della metà riceve un trattamento adeguato. Una review apparsa sul Journal of the American Medical Association ha disegnato un quadro oggettivo di questo «tabù» che coinvolge fino al 25% delle donne, anche in giovane età.

Ma a rendere più grave questo disturbo è soprattutto la scarsa conoscenza delle molti opzioni di cura disponibili, che vanno dai semplici cambiamenti nello stile di vita fino alla chirurgia.

«L’obesità è tra i principali fattori di rischio per l’incontinenza urinaria e la riduzione del peso contribuisce a ridurne significativamente l’incidenza» sottolinea Antonella Biroli, fisiatra dell’ospedale San Giovanni Bosco di Torino e presidente del comitato Scientifico della Fondazione Italiana Continenza. Nei casi di incontinenza da urgenza, inoltre, alcuni accorgimenti alimentari possono risultare utili, come abbattere il numero di caffè giornalieri ed eventualmente ridurre l’apporto idrico generico, ma solamente in caso di evidente eccesso di assunzione di liquidi durante il giorno.

Alcuni farmaci disponibili in commercio hanno dimostrato la loro efficacia nel contrastare il bisogno impellente e improcrastinabile di urinare, caratteristico dell’incontinenza da urgenza.

Il Gosha-jinki-gan, ad esempio, è un rimedio che fa parte della medicina tradizionale cinese. Si tratta di un composto formato da 10 erbe diverse: Rehmanniae radix, Achyranthis radix, Corni fructus, corteccia Moutan, rizoma Alismatis, Dioscorea rhizoma, Sperma Plantaginis, Hoelen, Aconiti tuber  e Cinnamomi corteccia. Recentemente il prodotto è stato oggetto di studi preclinici e clinici per via del suo effetto sui recettori degli oppiodi. Secondo i risultati ottenuti dalle ultime ricerche, Il Gosha-jinki-gan sarebbe in grado di diminuire la frequenza urinaria su modello animale.

Se il problema deriva dalla prostata, pare che un rimedio valido sia l’estratto di Ganoderma Lucidum. Si tratta di un fungo medicinale ampiamento utilizzato nei paesi asiatici per curare l’ipertensione, il colesterolo alto, l’epatite e alcuni tipi di cancro.

I fastidi possono essere affrontati anche con piante specifiche come l’uva ursina. In tale piante è presente una sostanza: l’arbutina , in grado di svolgere un’azione antibatterica e calmante lo stimolo continuo alla minzione. Per la formulazione di integratori si utilizza generalmente l’estratto delle foglie di uva ursina e non i suoi frutti rossi.

Nei casi più ostici di incontinenza da sforzo, invece, è possibile ricorrere a trattamenti chirurgici mininvasivi come i dispositivi impiantabili introdotti a livello sub-uretrale, utili a limitare le perdite di urina anche in caso di forti compressioni addominali.

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