Una battuta su TikTok è costata cara a Ratu Thalisa, influencer transgender musulmana indonesiana con oltre 450.000 follower. Un tribunale della provincia di Sumatra Settentrionale l’ha condannata a due anni e dieci mesi di reclusione, oltre a una multa di circa 6.200 dollari, per aver pubblicato un video giudicato offensivo verso il cristianesimo.

Il video e la condanna
Tutto è nato da un commento ricevuto da Thalisa, in cui si suggeriva che avrebbe dovuto tagliarsi i capelli per sembrare più “uomo”. La sua risposta, pubblicata su TikTok, ha scatenato la bufera: nel video teneva in mano un’immagine di Gesù Cristo e diceva, con tono ironico, che anche lui avrebbe bisogno di tagliarsi i capelli per “sembrare suo padre”.
La clip ha suscitato la reazione immediata di cinque gruppi cristiani, che hanno sporto denuncia per blasfemia. Secondo la corte, le parole dell’influencer avrebbero “disturbato l’ordine pubblico” e compromesso “l’armonia religiosa” nel Paese.
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Libertà di espressione sotto accusa
La condanna di Thalisa ha riacceso il dibattito sui limiti della libertà di espressione in Indonesia. Numerose organizzazioni per i diritti umani, tra cui Amnesty International, hanno criticato duramente la sentenza, definendola “un attacco scioccante alla libertà di parola”.
Usman Hamid, direttore esecutivo di Amnesty Indonesia, ha sottolineato che le parole dell’influencer, sebbene provocatorie, non incitavano né all’odio né alla violenza, e quindi non avrebbero dovuto rientrare in una condanna per discorso d’odio.
La legge EIT e i precedenti
Il caso è stato giudicato secondo la controversa legge indonesiana sulle informazioni e transazioni elettroniche (EIT), già al centro di critiche per il suo utilizzo contro contenuti ritenuti offensivi sul web. Introdotta nel 2008 e modificata nel 2016, questa normativa è stata più volte accusata di limitare la libertà digitale nel Paese.
Non è la prima volta che la legge viene applicata in casi simili. Nel 2023, una donna musulmana è stata condannata a due anni di carcere per aver detto “bismillah” (una frase religiosa) prima di mangiare carne di maiale. Un altro TikToker è stato arrestato per blasfemia dopo aver creato un quiz rivolto ai bambini su quali animali “potessero leggere il Corano”.
La situazione attuale e l’appello
Nonostante la sentenza, la vicenda di Thalisa potrebbe non essere chiusa: i procuratori avevano chiesto una pena di almeno quattro anni e hanno già annunciato il ricorso per ottenere una condanna più severa.
Il caso solleva interrogativi profondi sul delicato equilibrio tra libertà religiosa e libertà di espressione, soprattutto in un Paese culturalmente e religiosamente variegato come l’Indonesia.
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