Influenza suina, secondo decesso segnalato in Sardegna

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Influenza suina è il termine con cui ci si riferisce ai casi di influenza causati da un virus tipico dei suini, con riferimento in particolare al ceppo H1N1. Il virus si trasmette difficilmente dal suino all’uomo, ma nel 2009 si è verificata una pandemia che ha interessato circa 80 Paesi a livello mondiale.

Fino al 2009 in letteratura erano solo sporadicamente stati segnalati contagi suino-uomo: i sintomi si presentavano nell’uomo simili alla tradizionale influenza, ma la casistica riporta anche estremi come soggetti asintomatici e soggetti deceduti per complicazione insorte a causa dell’influenza, come la polmonite.

Questa forma influenzale è generalmente piuttosto blanda e si esaurisce nella maggior parte dei casi con 4 giorni a letto. Il periodo di incubazione è di norma di alcuni giorni, mentre eccezionalmente può ridursi fino a 24 ore.

Si trasmette come la tradizionale influenza attraverso minuscole gocce di saliva durante starnuti, tosse o mentre si parla; tra uomini il contagio può essere facilitato dagli stessi fattori di rischio dell’influenza tradizionale: strette di mano, starnuti, luoghi chiusi ed affollati.

Influenza suina, secondo decesso segnalato in Sardegna

Influenza suina secondo decesso segnalato in Sardegna

La febbre suina causò una pandemia nel 2009 anche nel nostro paese e provocò circa 300 casi, con un tasso di letalità cento volte inferiore a quello di altri tipi di influenza, secondo i dati del ministero della Salute, eppure nel nostro paese la paura è sempre alta quando si segnalano nuovi casi.

E le conseguenze non si fanno attendere: crollano, ad esempio, del 25% i consumi di carne di maiale alla Spezia. Colpa della fobia che si è diffusa tra i consumatori della città ligure, dove nell’ultimo mese sono stati registrati quattro casi di contagio da virus H1N1.

«Tra il virus e il consumo di carne di maiale non c’è correlazione – ci tiene a sottolineare il presidente della Federmacellai di Confcommercio Alessandro Aiello – La trasmissione del virus avviene mediante un contatto con gli individui infetti, allo stesso modo in cui viene trasmessa l’influenza stagionale».

Federmacellai, esprimendo la preoccupazione per questo crollo dei consumi, ribadisce che l’influenza H1N1 «non viene trasmessa attraverso il cibo e non esiste perciò alcun rischio di infezione attraverso il consumo di carne suina cotta o prodotti a base di carne suina».

Anche in Sardegna ci sono state due vittime nel giro di poco più di una settimana. Lo scorso 25 gennaio il virus aveva fatto la prima vittima all’ospedale Giovanni Paolo II di Olbia. Con lui erano state ricoverate altre due persone, entrambe colpite dal virus dell’influenza suina e con gli stessi sintomi: febbre altissima, tosse continua e difficoltà respiratorie. I pazienti tenuti sotto strettissima osservazione sono 25 e sono divisi tra i reparti di Rianimazione di Sassari, Olbia, Oristano e Lanusei.

Per fortuna, con il miglioramento della patologia esordita con la sindrome influenzale e grazie al tempestivo intervento e le cure dei sanitari non hanno più avuto bisogno dell’assistenza attraverso il macchinario per l’ossigenazione extracorporea del sangue. Una di loro, già nelle prossime ore, potrebbe lasciare anche la Rianimazione.

Nelle scorse ore, però, si è avuta anche la seconda vittima: Tonino Tangianu, 61 anni, morto venerdì all’ospedale Santissima Annunziata di Sassari per l’influenza suina. L’operaio era stato trasportato in coma il 12 gennaio a causa delle gravi complicazioni dell’influenza.

Ancora una volta gli esperti si affannano a sottolineare la solita raccomandazione: “la vaccinazione rimane il principale strumento di prevenzione dell’influenza e che, per chi non si fosse ancora vaccinato e presentasse una condizione di rischio, è importante vaccinarsi, anche adesso”.

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