Oggigiorno ci sono numerose patologie che sembrano figlie dei nostri tempi o, più semplicemente, oggigiorno la scienza ha fatto passi da gigante e permette di diagnosticare un numero incredibile di patologie di cui, fino a pochi anni fa, si ignorava l’esistenza.
Avete fatto caso, ad esempio, che sugli scaffali dei supermercati abbondano i prodotti senza lattosio? Tutta “colpa” dell’intolleranza al lattosio che colpisce migliaia di persone, grandi e piccini. Di cosa si tratta?
Chi soffre di questa intolleranza non è in grado di digerire e assimilare completamente e correttamente il principale zucchero del latte perché manca loro l’enzima che ha il compito di farlo: la lattasi.
I sintomi con cui si manifesta sono soprattutto intestinali, come il senso di gonfiore addominale e di pesantezza.
I sintomi dell’intolleranza al lattosio si accentuano mangiando cibi ricchi di lattosio, come il latte, mentre generalmente sono ben tollerate moderate quantità di yogurt e formaggi stagionati.
La diagnosi si basa principalmente sull’esame del quadro clinico, ed in particolare sulla scomparsa dei sintomi a seguito dell’ eliminazione delle fonti di lattosio dalla dieta. Attualmente sono comunque disponibili anche test genetici mirati e il breath test, un test diagnostico specifico per l’intolleranza al lattosio, che consiste nella determinazione del volume di idrogeno nell’aria espirata, prima e dopo l’assunzione di un carico di lattosio.
Il trattamento essenzialmente prevede l’assunzione di enzimi lattasi integrativi e l’astensione dal consumo di lattosio, in particolare contenuto nei prodotti caseari.