Soprattutto in estate, lanciare un nuovo romanzo non è mai un’impresa semplice, soprattutto quando non si tratta di una lettura semplice, di quelle tipicamente da ombrellone, ed al contrario i temi affrontati sono forti e spinosi.
È appena arrivato in libreria l’attesissimo romanzo di 663 pagine che racconta di un matrimonio in frantumi, della quasi distruzione di Israele e delle cose per cui vale la pena esserci: Eccomi – il nuovo capolavoro di Jonathan Safran Foer ha avuta una gestazione di oltre un decennio ma è già destinato a diventare un best seller.
Il libro rappresenta il ritorno alla narrativa dello scrittore trentanovenne, a undici anni da “Molto forte, incredibilmente vicino”, che attraverso il dolore di un bambino di nove anni affrontava per la prima volta o quasi in letteratura il dramma dell’11 settembre.
Eccomi intende riflettere, analizzare e sintetizzare i significati di casa, famiglia e identità nel caotico terzo millennio. Foer lo fa a suo modo, con una mini-saga familiare che si dipana in sole quattro intense settimane a Washington.
Jacob e Julia e i loro tre figli sono alle prese con una profonda crisi, sia collettiva che personale: tradimenti, frustrazioni, ribellioni adolescenziali e la sensazione di vivere una vita lontana da ciò che si desiderava. Ma in queste pagine si parla di un sacco di cose: la quasi distruzione di Israele, devastato da un terremoto e da una guerra che coinvolge tutto il Medio Oriente; l’identità ebraica; cosa vuol dire esserci (Eccomi del titolo è una citazione biblica, la risposta di Abramo alla chiamata di Dio).
Foer agguanta il tema del confronto fra tradizione americana, ebraismo e intolleranza armata e lo fa con scrittura millimetrica, ossessiva, dove ogni particolare è in primo piano.
Un libro assolutamente da non perdere.