Una recente teoria sostiene che il mondo potrebbe cessare di esistere in appena 72 minuti a causa di un potenziale attacco missilistico della Corea del Nord verso gli Stati Uniti.
Tale scenario avrebbe inizio con il lancio di due missili nordcoreani che innescano una catena di eventi catastrofici legati all’uso di armi nucleari.
La giornalista Annie Jacobsen, premiata con il Pulitzer, ha esposto come il leader nordcoreano, Kim Jong-un, possa avere il potere di decretare la fine della civiltà mirando i suoi missili su specifici bersagli americani.
Non è certo se Kim Jong-un deciderà di usare un’arma di distruzione di massa contro gli USA, ma nel suo prossimo libro “Nuclear War: A Scenario“, Jacobsen identifica il Pentagono e un reattore nucleare in California come possibili primi bersagli in un conflitto brevissimo che avrebbe effetti devastanti.
L’eventuale lancio di missili verso il Dipartimento della Difesa e la base nucleare di Diablo Canyon potrebbe innescare una risposta immediata e caotica del presidente degli Stati Uniti, il quale avrebbe soltanto sei minuti per decidere come rispondere a tale minaccia.
Il presidente, quindi, si troverebbe a dover decidere se premere il “grande pulsante rosso” per un contrattacco nucleare, un compito gravoso che secondo Jacobsen richiederebbe un comandante in capo equilibrato e non impulsivo, date le immense conseguenze delle sue decisioni.
Jacobsen sottolinea l’importanza di valutare le qualità caratteriali di chi è candidato alla presidenza, visto il suo potere esclusivo di lanciare armi nucleari.
Inoltre, un conflitto di tale magnitudo potrebbe rapidamente coinvolgere altre potenze nucleari come Russia, Regno Unito e Francia.
Esperti temono questa eventualità, considerando che la Corea del Nord possiede armi nucleari e potrebbe sentirsi spinta ad utilizzarle in situazioni estreme, come evidenziato da Michèle Flournoy, ex consigliere per la politica di difesa nei governi Clinton e Obama.
