La scienza da il verdetto sul presunto segnale alieno di una meteora

VEB

Un enigma che ha affascinato molti appassionati di vita extraterrestre per oltre un decennio è stato finalmente chiarito, con gli specialisti che hanno fornito una spiegazione al cosiddetto “segnale“.

La scienza da il verdetto sul presunto segnale alieno di una meteora

Inizialmente creduto essere un potenziale indicatore di presenza aliena, il fenomeno di una meteora penetrante nell’atmosfera terrestre è stato decifrato dagli esperti, i quali hanno concluso che non aveva origini aliene.

Durante la conferenza sulla Scienza Lunare e Planetaria in Texas, prevista per martedì 12 marzo, verranno divulgati i dettagli della ricerca. Questa ha dimostrato che il suono associato non derivava probabilmente da una meteora, rendendo la verità molto meno affascinante di quanto ipotizzato.

Sgonfiando le aspettative di numerosi entusiasti degli UFO, si è scoperto che i segnali erano presumibilmente originati da un camion in transito su una strada nelle vicinanze. Benjamin Fernando, sismologo planetario presso la John Hopkins University, ha osservato una corrispondenza precisa tra il cambiamento di direzione del segnale e il percorso di una strada adiacente al sismometro.

Ha sottolineato le difficoltà nell’attribuire un segnale a una fonte non terrestre, evidenziando che molti segnali simili presentano caratteristiche tipiche di veicoli pesanti, ma nessuna delle peculiarità attese da una meteora.

Originariamente, i dati vibrazionali del suolo da una stazione sismica sull’isola di Manus, in Papua Nuova Guinea, suggerivano che una meteora fosse penetrata nell’atmosfera sopra il Pacifico occidentale nel gennaio 2014. Tuttavia, recenti aggiornamenti hanno portato gli scienziati a riconsiderare questa ipotesi, suggerendo che l’oggetto potrebbe essere entrato da un punto differente, forse distante 100 miglia.

Fernando ha inoltre rivelato che la posizione effettiva della meteora era significativamente distante dal sito di una spedizione oceanografica incaricata di recuperare frammenti di meteorite, indicando che la ricerca si basava su un segnale errato e veniva condotta nel luogo sbagliato. Si riteneva che i materiali raccolti dal fondo marino a nord della Papua Nuova Guinea derivassero da una meteora interstellare, data l’elevata velocità di spostamento.

Un documento preliminare non sottoposto a peer review ha indicato che la velocità dell’oggetto rispetto al contesto galattico standard era superiore a quella del 95% delle stelle vicine al Sole, con il Comando Spaziale degli Stati Uniti che nel 2022 ha confermato con una lettera formale alla NASA una probabilità del 99,999% che l’oggetto avesse origine interstellare.

Questo studio avanzava l’ipotesi che la composizione unica di alcuni elementi nei materiali oceanici non corrispondesse a quella di alcun pianeta noto del sistema solare, ipotizzando una possibile origine extraterrestre. Tuttavia, Fernando rimane scettico, attribuendo la presenza dei materiali a meteoriti minori o a detriti di altri impatti meteoritici, possibilmente mescolati con contaminanti terrestri.

In conclusione, quanto trovato sul fondo oceanico non è legato alla meteora in questione, che fosse un fenomeno naturale o resti di tecnologia aliena, sebbene si ritenga improbabile che si trattasse di extraterrestri.

Next Post

Uno studio rivela: Il pettegolezzo è un'arma di difesa

Un recente studio condotto da ricercatori della Università Normale di Pechino suggerisce che il pettegolezzo tra donne potrebbe essere influenzato da motivazioni sottostanti quali la bassa autostima e la gelosia. Lo studio ha coinvolto 190 partecipanti di sesso femminile, di età compresa tra i 23 e i 35 anni, le […]
Uno studio rivela Il pettegolezzo un arma di difesa